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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • DOCUMENTI 1838–1839. nn. 1–38.
      • 17. Lettera del patriarca Jacopo Monico a Madre Rachele.
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17. Lettera del patriarca Jacopo Monico a Madre Rachele.1

 

Carissima in G.C.

Ho lasciato finora senza riscontro alcune vostre lettere,2 perché come vi ho detto, nei casi di necessità potete comunicarmi i vostri sentimenti col mezzo di Mr Balbi che, per quanto potrà, sarà sempre pronto a prestarsi con vero zelo pel bene vostro, e per quello dell’Opera. Ora poi, affinché dal mio silenzio non prendiate motivo di sconforto, vi assicuro che ho inteso con vera compiacenza i progressi, che col vostro mezzo va facendo l’Opera pia, ed i nuovi contrassegni di favore, che avete ricevuti da Sua Maestà l’Imperatrice, e


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mi unisco a Voi, ed alle vostre buone Sorelle, per renderne grazie al Signore.

Ieri ho veduto il felice andamento dell’Opera tanto maschile, quanto femminile, nella Parrocchia di S. Donato di Murano.

Presto usciranno alla luce le Conversazioni sulla vita di S.ta Dorotea,3 che saranno pure, a Dio piacendo, di grandissima utilità per l’Istituto.


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Ecco quanti motivi di consolazione e di fiducia per voi e per me.

Tenetemi raccomandato al Signore nelle vostre orazioni, come io fo per voi e per le vostre compagne, alle quali comparto con affetto la pastorale benedizione

J. Card. Patr.a

 

Venezia 28 Gennaio 1839

 

 





1 Copia in ASDV, a I. 301. Madre Rachele inviò copia di questa lettera al Farina: cf. lett. n. 29. Nelle «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1839, pp. 14-15, si legge: «Quanto è buono il Patriarca! In mezzo ad una folla di affari della più grave importanza Egli discendere ed impicciolirsi così a tanta degnazione di rispondere ad una semplice donna, e con tanta unzione, con tanto zelo, con tanto impegno? Confortare a quella posta, ed eccitare al bene con sì dolce convincimento, è proprio solo di quel suo bel cuore, tutto inteso al bene delle anime, ed a promuovere la soda pietà. È perciò che Sua Em. degnavasi a quando a quando portarsi in persona a quell’Istituto, ed ivi vedere e conoscere i particolari bisogni, e volere a tutti provvedere. Così raccomandava anche in iscritto a tutti i Parrochi la promozione della pia Opera, e di raccomandarla allo zelo delle Maestre dell’Istituto. Oltre poi alla sua personale consolazione voler a quando vederla nel patriarcale palagio, e qui pure le porgeva parole di dolcissimo commovimento, e d’insinuanti modi a tal segno di stringere quasi con catena il cuore. E come tutte siffatte maniere fossero niente aggiungeva i suoi scritti, e questi pure erano sempre pieni di santissima unzione, di vibrati dottrinali, e di quella soave eloquenza propria di quella angelica penna con vero gusto di stile, e con tanta proprietà di linguaggio da non invidiarne i classici autori».



2 L’11-1-1839 Madre Rachele aveva informato il patriarca di aver ricevuto dall’imperatrice 200 fiorini, e dei progressi della Pia Opera: cf. lett. n. 20.



3 Cf. lett. n. 29, nota 4. Nelle «Memorie storiche» di Vicenza, 1839, pp. 15-16, si annota: «In riguardo al libretto intitolatoConversazioni di S.Doroteapromesso dal Patriarca nella sua per la promulgazione della pia Opera non so dire alcuna cosa per nostra direzione ed ammaestramento. Avvi a Venezia una giovine rinchiusa in una delle celle di uno di quei Conventi. Questa è savissima ed anche per quanto da donnesca testa si può esigere, è anche assai bene fondata della Religione. Scrisse alcuni princìpi di pratica cristiana specialmente applicata alla vita familiare delle donne. Su quanto della carità di ognuna si esige in qualunque stato e condizione, del come le buone cristiane si debbano diportare sull’andamento d’ogni privata cosa, è in quel libro contenuto. E quando e come si possano prevenire le occasioni e da ognuna cavare argomento di frutto, e come estendersi sulla educazione dei figli, e come innoltrarsi sulla correzione cristiana viene in quell’aureo volume saggiamente discorso. Le virtù delle vergini come innamorano tutti! La subordinazione delle soggette come invogliano a mettersi sotto il soave vincolo della obbedienza!

Questi argomenti poi messi a libro, ed insieme uniti si vollero Conversazioni di S. Dorotea intitolare per queste ragioni. Siccome la pia Opera progetta la conversione di tutto il mondo, e le Sorvegliatrici ed Assistenti a questo particolarmente si occupano, cioè ad eccitare le figliole ad una buona condotta, sotto il timore santo di Dio, così meritatamente conversazioni vengono dette queste famigliari radunanze e tornate, ove a personaggi interlocutori si fanno venire delle giovinette, che promuovano qualche dubbio alla loro sorvegliatrice, e queste le indirizza sul buon sentiero consigliandole al bene, levando ogni loro pregiudizio, ed ogni dubbio loro togliendo di mente.

Per noi venne ordinato che questo Libro fosse tenuto quale Libro di lettura spirituale, ed ogni giorno al tempo già stabilito, si dovesse pubblicamente farne lo studio, e le giovinette venissero obbligate a render conto sulla lezione già fatta, esigendo ben anco qualche buon avvertimento morale sull’applicazione alla dottrina già letta. Questo metodo fu sempre praticato con singolare profitto dalle scolare, e con tanta nostra consolazione. E finito che fu una volta un capitolo volemmo che si tornasse a leggere, e finito il volume esso pure fosse riletto, e ciò per ben quattro volte, perché più salda ne restasse l’impressione, e più fecondo ne ridondasse il frutto morale».






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