1 Copia in ASDV, a I. 301.
Madre Rachele inviò copia di questa lettera al Farina: cf. lett. n. 29. Nelle «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1839, pp. 14-15, si legge: «Quanto è buono il Patriarca! In mezzo ad
una folla di affari della più grave importanza Egli discendere ed impicciolirsi
così a tanta degnazione di rispondere ad una semplice donna, e con tanta
unzione, con tanto zelo, con tanto impegno? Confortare a quella posta, ed
eccitare al bene con sì dolce convincimento, è proprio solo di quel suo bel
cuore, tutto inteso al bene delle anime, ed a promuovere la soda pietà. È
perciò che Sua Em. degnavasi a quando a quando portarsi in persona a
quell’Istituto, ed ivi vedere e conoscere i particolari bisogni, e volere a
tutti provvedere. Così raccomandava anche in iscritto a tutti i Parrochi la
promozione della pia Opera, e di raccomandarla allo zelo delle Maestre
dell’Istituto. Oltre poi alla sua personale consolazione voler a quando vederla
nel patriarcale palagio, e qui pure le porgeva parole di dolcissimo
commovimento, e d’insinuanti modi a tal segno di stringere quasi con catena il
cuore. E come tutte siffatte maniere fossero niente aggiungeva i suoi scritti,
e questi pure erano sempre pieni di santissima unzione, di vibrati dottrinali,
e di quella soave eloquenza propria di quella angelica penna con vero gusto di
stile, e con tanta proprietà di linguaggio da non invidiarne i classici autori».
2 L’11-1-1839 Madre Rachele
aveva informato il patriarca di aver ricevuto dall’imperatrice 200 fiorini,
e dei progressi della Pia Opera: cf. lett. n. 20.
3
Cf. lett. n. 29, nota 4. Nelle «Memorie storiche» di
Vicenza, 1839, pp. 15-16, si annota: «In
riguardo al libretto intitolato ‘Conversazioni
di S.Dorotea’ promesso dal
Patriarca nella sua per la promulgazione della pia Opera non so dire alcuna
cosa per nostra direzione ed ammaestramento. Avvi a Venezia una giovine
rinchiusa in una delle celle di uno di quei Conventi. Questa è savissima ed
anche per quanto da donnesca testa si può esigere, è anche assai bene fondata
della Religione. Scrisse alcuni princìpi di pratica cristiana specialmente
applicata alla vita familiare delle donne. Su quanto della carità di ognuna si
esige in qualunque stato e condizione, del come le buone cristiane si debbano
diportare sull’andamento d’ogni privata cosa, è in quel libro contenuto. E
quando e come si possano prevenire le occasioni e da ognuna cavare argomento di
frutto, e come estendersi sulla educazione dei figli, e come innoltrarsi sulla
correzione cristiana viene in quell’aureo volume saggiamente discorso. Le virtù
delle vergini come innamorano tutti! La subordinazione delle soggette come
invogliano a mettersi sotto il soave vincolo della obbedienza!
Questi argomenti poi messi a libro, ed insieme uniti si
vollero Conversazioni di S. Dorotea intitolare per queste ragioni. Siccome la
pia Opera progetta la conversione di tutto il mondo, e le Sorvegliatrici ed
Assistenti a questo particolarmente si occupano, cioè ad eccitare le figliole
ad una buona condotta, sotto il timore santo di Dio, così meritatamente
conversazioni vengono dette queste famigliari radunanze e tornate, ove a
personaggi interlocutori si fanno venire delle giovinette, che promuovano
qualche dubbio alla loro sorvegliatrice, e queste le indirizza sul buon
sentiero consigliandole al bene, levando ogni loro pregiudizio, ed ogni dubbio
loro togliendo di mente.
Per noi venne ordinato che questo Libro fosse tenuto
quale Libro di lettura spirituale, ed ogni giorno al tempo già stabilito, si
dovesse pubblicamente farne lo studio, e le giovinette venissero obbligate a
render conto sulla lezione già fatta, esigendo ben anco qualche buon
avvertimento morale sull’applicazione alla dottrina già letta. Questo metodo fu
sempre praticato con singolare profitto dalle scolare, e con tanta nostra
consolazione. E finito che fu una volta un capitolo volemmo che si tornasse a
leggere, e finito il volume esso pure fosse riletto, e ciò per ben quattro
volte, perché più salda ne restasse l’impressione, e più fecondo ne ridondasse
il frutto morale».
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