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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • DOCUMENTI 1838–1839. nn. 1–38.
      • 34. Lettera di don Cerabotani al Farina.
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34. Lettera di don Cerabotani al Farina.1

 

Molto R.do Sig.re

Quantunque io non abbia il piacere e l’onore di conoscerla, tuttavia il bene delle anime della Parrocchia, in cui sono investito di cura, mi eccita a dovere recarle qualche incommodo, di cui La prego a nome del C. D. Luca Passi, il quale mi ha suggerito di scrivere a Lei come Superiore benemerito di un Instituto di tanto spirituale vantaggio, che si vorrebbe, se è possibile, stabilire anche in questa Parrocchia di Lonato della Diocesi di Verona e della Provincia di Brescia. Parrocchia che fu delle prime ove, per opera del C. Luca Passi, fu stabilita l’Opera Pia di S. Dorotea, e che si è sempre conservata, e per consolidarla anche per gli anni avvenire si vorrebbe stabilire l’Instituto delle Suore di S. Dorotea.2

Dopo diversi colloqui avuti col C. D. Luca Passi per questo Instituto, ci consigliò a mandare la Sopraregolatrice della nostra Pia Opera alla Casa figliale di Venezia, ove io conosco Suor Rachele Superiora, perché conosciuta in casa Passi. Questa è la Sig.ra Barbara Pagani, un’anima che ha tutte le doti volute dalle regole della Pia Opera per essere Sorvegliatrice, e che da sedici e più anni, sempre con maggior fervore, ha sotto di sé le figlie di S. Dorotea di questa popolata Parrocchia con sommo vantaggio della gioventù femminile, e conosciuta per tale anche dal C. D. Luca Passi.

Essa nello scorso Agosto del corr.e anno andò a Venezia


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solo per prendere idea dell’Instituto delle Suore,3 si copiò le regole, e ritornò tutta infervorata, e disposta per aprire una casa figliale, perché la conosce possibile e utile nella Parrocchia, donando la casa con tutte le sue discrete facoltà per l’Instituto.

Il C. D. Luca ci ha detto che, trattandosi d’Istituto nascente, vi può essere dispensa dalle regole del Noviziato, e da altre che sul principio non possono che con grande difficoltà essere osservate, e però potrebbe bastare che la Sig.ra Pagani venisse nella Casa centrale di Vicenza per alcuni giorni, ivi fatta la Professione ritornasse alla Parrocchia di Lonato come mandata ad essere fondatrice di una casa figliale unita a quella di Vicenza.4

Ci ha pure fatto credere, anzi ci ha accertati lo stesso C. D. Luca che per aprire questa casa centrale5 non occorre che il permesso dell’Ordinario, ed una facoltà del Superiore della Casa Centrale senza aver bisogno delle civili Superiorità amministrative.

Rifletta V.a S.a R.da, che Suor Rachele mi ha scritto da Venezia che nella Sig.ra Pagani ha conosciuto un’anima di Dio, che non abbisogna di acquistareriformare lo spirito per la Pia Opera, ma che è tutta idonea per essere fondatrice.6

Avute le sopraesposte cognizioni dal C. D. Luca, egli stesso mi disse di mettermi in carteggio con Lei, e però la prego di darmi risposta a tutte le seguenti domande.


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I. Se per aprire la Casa figliale basti il permesso dell’Ordinario, e se questo sia necessario averlo in iscritto, e la facoltà del Superiore della Casa Centrale.

II. Se vi sia bisogno di ottenere il permesso dalla civile Superiorità, e quali pratiche si devono tenere colla civile Superiorità per aprire la Casa figliale.

III. Noi abbiamo quattro giovani, e forse cinque, tutte oltre l’età di 22 anni, provate Regolatrici della Pia Opera, ottime etc. Se sia necessario che tutte vengano alla Casa Centrale, o se basti che venga la Fondatrice con una, e ritorni con facoltà di ricevere anche le altre.

IV. Se sarà sufficiente che la Sig.ra Pagani fondatrice venga alla Casa Centrale per alcuni giorni, e possa partire, e ritornare con facoltà di fondare la Casa figliale.

 

Io ho letto le regole dell’Instituto, ed Ella mi dirà che domando cose fuori delle dette regole; ma La prego a riflettere che, trattandosi d’Instituto nascente e di una fondatrice che non ammette eccezione, mi ha detto il C. D. Luca che, colla facoltà del Superiore della Casa Centrale, si può combinare il tutto.

La prego però di compatire e di darmi una pronta risposta indicandomi anche quando potesse venire la nostra Fondatrice.

Dio volesse che fossero soddisfatti i nostri ardenti desideri, e che questa Parrocchia di seimila anime potesse aver la benedizione di vedere un Instituto, che potrebbe non solo portar sommo vantaggio alla gioventù del paese, ma anche delle popolate Parrocchie che vi sono nel circondario del Distretto, ove è pure stabilita l’Opera Pia, e che essendo una


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Casa figliale nel Capoluogo si darebbe anche fermezza alla Pia Opera nei paesi vicini.

In attenzione di risposta La riverisco con tutta la stima, e la prego di raccomandare a Dio i nostri progetti

 

S.L.G.C.

                                                              di lui

                              Uml.o Obb.o Servo

                                    D. Giuseppe Cerabotani Curato

 

Lonato 12 9bre 1839

 

Al M. R.do Sig.re

Il R.do Superiore della Casa Centrale

delle Suore di S. Dorotea in Vicenza

 

 





1 ASDV, A.I., b. 1827-1842.



2 Fin da questi primi contatti, è chiara l’intenzione del Cerabotani, che rispecchia quella di don Luca, di fondare una casa di Suore Dorotee a Lonato, per il consolidamento e lo sviluppo della Pia Opera in quel paese.



3 Cf. lett. n. 124.



4 Il Cerabotani suggerisce di fare come già si era fatto per Venezia, l’anno precedente.



5 Leggi: filiale.



6 Cf. lett. n. 128.






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