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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 254
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254

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

 

Molto Reverendo Padre,1

 

Io riscontro subito alla pregiatissima di Lei, in data 14 Marzo,2 perché Monsignore3 mi ha comandato così.

Egli lesse con sommo piacere le benedizioni, che Dio costì4 sparge sopra la Pia Opera, e perciò le consolazioni, che loro percepiscono. Siane di tutto benedetto il Signore! Noi non cessiamo di pregarlo, affine s’aumenti la fede, e Dio venga conosciuto e lodato da tutte le creature del mondo.

In scrivendo al Sig. Co. D. Marco favorisca riverirlo, dicendogli per me che godo che Dio gli faccia godere quello che nell’amato suo studio non gusterebbe. Egli è però vero che anche il non godere gli apporterebbe un maggior bene, quando questo gli venisse dato dal buon Gesù.

Ora m’avveggo che in così dicendo sfogo me stessa. Nulla aggiungo, perché troppe cose mi si presentano; dica perciò quello ch’Ella crede, ma gli raccomandi molto la povera mia testa, la quale mi farebbe molto penare, se non avessi il dolce legame dell’obbedienza.5


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Riguardo alle Tirolesi non ho ancora avuto riscontro;6 subito verrammi dato, non ometterò di farglielo sapere.

Eseguirò quanto m’incombe per la Vita della Capitanio;7 ma ho bisogno che Dio doni un po’ di più fervore alle ascritte.


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Qui le unioni non vengono lasciate, ma il demonio va sempre seminando zizzania. Le Parrocchie dove si vede maggior bene sono S. Cassiano e i SS. Apostoli; io l’attribuisco allo zelo dei R.di Parrochi.8

Le bacio la sacra mano, e la prego di tutte benedirci

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 19 Marzo 1840

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi
Bergamo9

 





1 ASDR, reg. I [p. 155].



2 In pari data, don Luca aveva scritto al Farina: cf. doc. n. 46.



3 Balbi.



4 A Roma e a Fermo: cf. doc. n. 46; lett. n. 255.



5 L’inclinazione alla vita contemplativa era sempre viva in Madre Rachele, che per ubbidienza perseverava in un Istituto di vita attiva.



6 Cf. lett. n. 252.



7 Don Luca aveva raccomandato a Madre Rachele di procurarsi quel libro e di farlo leggere dalle suore e dalle iscritte alla Pia Opera. Lo stesso 14 marzo don Luca suggerì al Farina di porre nelle camere del noviziato alcune copie della Vita della Capitanio, che era un modello da imitare: cf. docc. nn. 10, nota 2; 46.

Madre Rachele chiese la biografia al libraio Occhi, ma fino al 22-6-1840 non riuscì ad averla: cf. lett. n. 298.

Bartolomea Capitanio nacque a Lovere (Bergamo) il 13-1-1807. Guidata dal direttore spirituale don Angelo Bosio e con l’aiuto di Vincenza Gerosa, fondò (21-11-1832) le Suore di Carità, dette di Maria Bambina, per la cura, l’istruzione e l’educazione della gioventù, e l’assistenza dei malati. Morì a Lovere il 26-7-1833. È stata canonizzata insieme con la Gerosa il 18-5-1950. Cf. G. Rocca, Bartolomea Capitanio, in Dizionario degli Istituti di perfezione, vol. I, Roma 1974, coll. 1063-1065.

Il 3-3-1841, don Luca scriveva alla Marini: « Volete un’altra prova se bisogna abbandonarsi ciecamente in mano alla Provvidenza; guardate quello che ha fatto la Rachele. Di volta in volta io rimango sorpreso del bene che si ottiene dall’Instituto. Vi ricorderete quante difficoltà, quanti timori essa pure aveva. Coraggio dunque, car.ma figlia, nell’opera del Signore. Ricordatevi che operate colla forza di quegli che con un fiat ha creato il Cielo e la terra. Quello che dico a voi lo dicevo alcuni anni addietro alla Capitanio animandola a fondare le Suore della Carità »: ASDR.

Qualche anno dopo, don Marco scriveva alla stessa Marini: « Qui [Certaldo] si legge la Vita della Capitanio e produce [lacuna per la carta]. [Sono] contento che si diffonda la fama di un’animavirtuosa », T.p. EmpoliBrescia 12 Mar. [ 1844], ASDR.

Il 29-1-1856 don Luca dichiarò: « Io posso attestare che nelle varie volte che ho avuto la fortuna di trovarmi colla Bartolomea Capitanio di Lovere, di aver veduto in Lei una modestia edificante, una umiltà profonda, ed uno zelo ardente della gloria di Dio. Essa teneva corrispondenza di lettere spirituali con molte persone di diversi luoghi nelle quali le animava al divino servizio. La sua risoluzione presa in età di 13 anni (trovandosi educanda nel Monastero di S. Chiara in Lovere) di farsi Santa, come si legge nella sua vita, mi è stato raccontato dalla stessa sua Madre Maestra Barbassi [leggi Parpani].

Posso pure attestare che presso tutti godeva concetto di attendere ad una santità straordinaria »: ASMBM.



8  Don Simone Marinoni e don Antonio Ciconi.



9 Cf. lett. n. 252, nota 6.

 







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