- 89 -
260
Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Eccomi a subito riscontrare la di Lei pregiatissima lettera, dalla quale
possiamo, coll’aiuto di Dio, trarne coraggio per combattere ciò che all’umana
miseria lasciaci sentire.
Ieri sono stata appositamente da Monsignore,2 il quale ha goduto intendere
che vengono le due Bolognesi, per poi gettare la prima semenza di
quest’Istituto nello Stato Pontificio.3
Riguardo alla Sig.ra Cristani, avevo già
scritto,4 ma in
quel modo ch’Ella desidera; ed ho ammirato anche in questo lo spirito del
Signore, che nell’unità sua lasciò ad ambi sentire lo stesso.
Benedico e ringrazio il buon Gesù, che abbia fatto a Lei esprimere il
tempo che avremo la fortuna di sentirsi dalla di Lei carità animare per la
grand’opera, a gloria del Signore intrapresa.
Dissemi Monsignore che il giorno della funzione per la medaglia non può
Sua Eminenza5 deciderlo presentemente, ma
attenderà la di Lei venuta, ed allora l’eseguirà certo.
Brama Monsignore sapere come hanno deciso per la - 90 -
medaglia6
delle Suore Converse, perché sembrami che dicesse che a queste la si darà di
metallo. Converrebbe saperlo, perché, sì in un modo che nell’altro, bisogna
farle apparecchiare.
Ricordo ch’Ella disse anche d’una mutazione che convenivale, ma per
questa Monsignore non si sente.
Questa mattina ho visitato l’Annetta7 per dargliene nuove più certe.
Ella sta bene, ma io con santa libertà le ho detto che mi piacerebbe si
attenesse a quello che il Sig. Co. D. Marco molte volte dice, cioè che fosse un
poco bambina e mostrasse a gloria di Dio il fiorellino, se lo tiene in mano; a
questo risposemi D. Daniele8 che un’altra volta le darà
l’obbedienza, acciò non abbia l’incomodo di colà portarmi senza frutto.
Le ho letto i due brani di lettera, una di Roma e l’altra di
Fermo.9 Si è
consolata, intendendo quanto viene glorificato il Signore.
La stessa è stata ad una predica, dove l’Oratore chiamò la morte tiranna,
il che non le piacque; ritornata in casa, scrisse il qui accluso
sonetto.10
Ho scritto al Sig. Barone Pascotini,11 per ringraziarlo dello zelo con cui operò a vantaggio
del nostro Istituto, e mi rispose una bella letterina.
È stato all’Istituto il P. Melia; io ero fuori colla Contessa - 91 -
Revedin,12 affine di trar dal male una
giovinetta. Ieri sono stata da lui, e mi ha assicurata che gli è sommamente
piaciuta quella semplicità, che ha trovata nell’Istituto unita alla somma
pulitezza. Mi ha promesso che, potendo, condurrà il Principe Altieri.13
Ella preghi il Signore, acciò l’esterior nettezza non abbia a superare
quella che dobbiamo con diligenza cercare d’interiormente avere.
Le bacio la sacra mano e la prego di tutte benedirci
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 31 Marzo 1840
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do
Sig. Co. D. Luca Passi
Roma
|