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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 263
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Illustre Sig. Conte Benefattor nostro,1

Per mezzo della cara di Lei sorella,2 ho ricevuto la grossa somma di 4 Napoleoni da 20 franchi l’uno. Io non so trovar espressioni per ringraziarla, perché tutte troppo debili, sortendo da una miserabile qual io sono.

Ho creduto di operare secondo il Cuor di Dio, ed anche del suo, facendo invece questa mattina con le mie buone Figlie la santa Comunione, nella quale ho pregato Dio, per mezzo della SS. Vergine, che le dia tutte quelle grazie che le abbisognano, acciò l’anima sua abbia ad essere tutta trasformata in Lui, di maniera che la lunga vita, che qui in terra le desidero, sia un saggio anticipato del Paradiso, che eternamente goderà con gloria maggiore per le continue carità che fa la Sig.ria V.ra, le quali la porteranno a vivere nell’immutabilità, a risplendere nella verità ed a rallegrarsi nella carità per tutti i secoli eterni.

Mi faccio piacere narrarle che ieri sono stata dalle Figlie della Carità,3 le quali mi avevano pregata di ricevere per un mese quella figlia, di cui le parlai.4 Ero disposta di ciò fare, avendo anche ottenuto il permesso da Monsignor Balbi nostro Superiore, quando il provvido Iddio si è contentato della


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buona volontà, facendo invece che oggi venisse ricevuta nell’Istituto Manin.5

Ecco un’anima, che costa il Sangue di Gesù, posta in luogo di sicurezza. Resta ora che la madre si allontani dalla casa, in cui si trova, ed ha tutte le buone disposizioni.

Mi dicevano le Figlie della Carità ch’è priva d’ogni mezzo, il quale sarebbele necessario fintantoché pensa un poco alla povera anima sua.

Io [ho] azzardato incoraggirle di togliere la donna dall’occasione prossima del peccato, eccitandole ricorrere alla carità di V.ra Sig.ria Ill.ma, perché proprio godo ch’Ella consoli il buon Gesù colla cooperazione dei mezzi, ridonandogli quest’anima da tanto tempo allontanata da Lui.

Tutte le mie figlie meco si uniscono ad augurarle ogni benedizione spirituale nonché corporale, ma in particolare bramano essere alla bontà Vostra ricordate la Pavan6 e la Teresa;7 l’ultima si trova ammalata per la fersa,8 ora è fuori di pericolo.

Piena di rispetto e gratitudine ho l’onore di dirmi

     Umilis.ma Dev.ma Serva

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 13 Aprile 1840

 

All’Illustre Signore

Il Sig. Co. Francesco RevedinS.P. Mani

 





1 ASDR, reg. I [pp. 160-161].



2 Paolina Antonia.



3 Canossiane: cf. lett. n. 223, nota 5.



4 Cf. lett. n. 253.



5 Fu fondato a Venezia il 1-5-1833 per ragazzi e ragazze abbandonati, che non potevano essere educati dalle loro famiglie. Prese il nome da Lodovico Manin che, con testamento (1-10-1802), aveva assegnato 55000 ducati per tale scopo: cf. Venezia e le sue lagune, cit., vol. II, pp. 470-471.



6 Angela.



7 Giustina.



8  Morbillo.





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