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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 293
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Io godo, pensando ch’Ella col degnissimo suo fratello2 saranno ritornati in seno alla stimatissima loro famiglia, e mi lusingo l’avranno trovata bene.

Io le aggiungo altro piacere, ed è quello di narrarle che il giorno 12 Maria Rosa, la Taverna, Maria Benedetta ed io abbiamo sostenuto gli esami verbali per la terza Classe.3

I quesiti, da essere eseguiti in iscritto, furono lasciati al nostro Padre Confessore,4 il quale dovette, per adempire alle brame della Commissione, trovarsi molte ore occupato, per poter attestare che furono eseguiti da noi.

Monsignore5 si contentò di stare nell’Istituto 5 ore, onde trovarsi presente a tutti gli esami; ma il Signore gli diede la consolazione, ben dovuta alla bontà sua, che tutte si diportarono bene, ed io più che le altre ho esperimentato ciò che dice il buon Gesù: darò a chi confida in me ciò ch’è necessario. Difatti le occupazioni del mio stato non mi permettevano di studiare di giorno, e, benché sconcertata sia nella salute, pure la notte facevo ciò che potevo, attendendo dal Signore quello che più mi fosse abbisognato; ed Egli, infinitamente provvido, ha parlato per me.


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Il Sig. Consigliere Ispettore6 si è preso il piacere, per più giovare all’Istituto, di farmi molte interrogazioni, che disse non essere dovute per gli esami. Pure, il caro Gesù non s’imbrogliò. Prima che partissero, Monsignore fece entrare nell’Istituto tutti cinque gli esaminatori; e mostrarono sommo aggradimento, avendo scoperto che vi regnano l’ordine e la pulitezza. Giunti alla scuola di carità, restarono commossi, ed il Sig. Consigliere, che anche prima aveva chiesto a Monsignore licenza di poter venire a visitarci altre volte, espresse il desiderio suo, ed è che s’aumenti il numero delle Maestre, acciò si possano loro affidare le Scuole Comunali, essendo persuaso che la società ne trarrà da questo grande vantaggio.

Il giorno 11 ebbi l’unione a S. Cassiano ed ascrissi altre 5 Cooperatrici, le quali vennero di volontà e mostrano anche buon giudizio. In tale giorno venne deciso che la seconda domenica di luglio faranno la funzione per la Santa Protettrice della Compagnia,7 ed hanno la lusinga che troverassi presente anche la Sig.ria V.ra R.ma.

Credo avrà ricevuto quella lettera, nella quale annunciavole che la Pia Opera erasi posta nella seconda Parrocchia di Murano.8 Ora le dirò che ho convenuto col Sig. Parroco di S. Simeone e la porremo anche in questa Parrocchia.9


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Ella mi faccia la carità [di] pregare, perché ne ho molto bisogno. Mi presenti doverosa a tutti di sua nobile famiglia, ed anche ai R.di Sacerdoti di Calcinate. Mi saluti pure tutte quelle anime che Lei crede, ma in particolare mi ricordi alle donne di sua famiglia, alle quali ho tante volte dato motivo d’esercitare la carità, soffrendomi nella loro compagnia.

Raccomandi a tutti la povera anima mia. Le includo la lettera che ho scritto al Sig. Ziller,10 acciò sappia regolarsi se le vien tenuto qualche discorso in proposito.

Le tre Tirolesi11 conviene che siensi fatte paura della proposta, che feci loro; ma io sono più contenta che rimangano nelle famiglie loro, che portare la loro volontà nell’Istituto.

M’accerto che nel viaggio del Tirolo Ella troverà delle aspiranti; prima d’impegnarsi, la prego di ben osservare se, oltre la bontà necessaria, hanno talento; altrimenti non si fa niente. Ritenga sempre che, fintantoché vengono patentate, abbiano il mantenimento e la mobilia necessaria.

Le bacio la sacra mano  e mi dico

di Lei Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                            Suor Maria Rachele Guardini

Venezia li 15 Giugno 1840

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca PassiBergamo

 





1 ASDR, reg. I [pp. 182-183].



2 Don Marco.



3 Cf. lett. nn. 291, 294.



4 Don Angelo Gerardini.



5 Balbi.



6 Giorgio Plancich.



7 La visitazione di S. Elisabetta: cf. lett. n. 101.



8  S. Pietro M., cf. lett. nn. 265, 286.



9 Don Giambattista Giorda, parroco dal 1838; nel 1863 fu promosso canonico. Morì il 2-10-1877: cf. Stato personale del Clero della città ed archidiocesi di Venezia per l’anno 1863, Venezia, Tipografia A. Cordella, p. 37.

Nel registro « Pia Opera Parrocchia di S. Simeone », cit., p. 5, si legge: « Il giorno 29 Settembre 1842, in Parrocchia di S. Simeone il Molto Reverendo Signor D. Giovanni Giorda ha fatto unire alcune pie donne affine metterle in esercizio di carità colle fanciulle, introducendo la Pia Opera; eranvi presenti il Molto Reverendo Signor Conte D. Luca Passi e due Suore di Santa Dorotea, con una pia Signora [Annunciata Cocchetti] da Cemmo che portossi in Venezia per legarsi allo stesso e metterlo anche nel suo paese. Il sunnomato Signor Conte Passi ha dato principio coll’invocazione del Divino Spirito, poi ha fatto conoscere in che cosa consista la Pia Opera e gli obblighi che assumono, per amore di Dio, quelle vengono iscritte. Halle inoltre fortificate con un breve ma fervente discorso ».



10  Sisinio: cf. lett. n. 284.



11 Felicita Slanzi e le sorelle Oliva: cf. lett. nn. 279, 308.





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