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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 316
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Mia carissima Teresa di Gesù,1

Se le occupazioni tue non permettono di trattenerti meco, per ragguagliarmi come trovasi l’anima tua, soffrilo, diletta, in pace, facendo invece più frequenti voli colla tua mente nel Costato dolcissimo di Gesù.

Questo bramo proprio che tu faccia in mezzo alle tue faccende; procura colà riposare, quand’anche sii obbligata per dovere prestarti nella vita attiva. Ricordati quello che l’amabile nostro Maestro disse a Marta, cioè di non essere troppo sollecita in ciò che riguarda il temporale, essendo una sola cosa necessaria.2

Godo vedere l’avanzamento, che hai fatto nello studio, e spero serviratti a crescere nel santo amore di Dio, del quale desidero l’anima tua consumata; ma perché ciò succeda, rammenterò alla mia Teresa (che assunse questo nome spontaneamente nel vestire l’abito povero delle Terziarie di S. Francesco) la vera brama, in quell’occasione mostratami, di voler vivere vita crocefissa con Gesù ad imitazione della grande Serafina d’amore,3 che spesso chiedeva di vivere patendo, oppure di morire.4


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Consolati, dunque, quando hai motivi di soffrire, assicurandoti che vale più un momento di croce, quando Iddio lascia sentire all’anima il pregio suo, che tutte le dolcezze del Paradiso. Coraggio, mia cara, non paventare! Quando Iddio è con te, basta ogni cosa.5

Bacia per me la mano alla cara Mamma,6 saluta il fratello e la cognata7 ed anche chi credi. Prega molto il buon Gesù acciò mi conceda la grazia di tutta consumare la mia vita per la gloria sua.

Ti pongo nei dolcissimi Cuori di Gesù e Maria

                         la tua Amorosa ed Affezionatissima sorella

                                                Rachele

Dall’Istituto di S.ta Dorotea il 14 Agosto 1840

 

Alla Stimatissima giovane

La Signora Marietta GuardiniRiva di Trento




1 ASDR, reg. I [p. 198].



2 Cf. Lc. 10, 41-42.



3 S. Teresa di Gesù.



4 « U morir u padecer » (« o morire o patire »), non viceversa, come spesso si dice: cf. Libro de la vida, cap. 40, n. 20. « Y ansì ahora no me parece hay para qué vivir sino para esto, y lo que más de voluntad pido a Dios. Dígolo algunas veces con toda ella: Señor, u morir u padecer; no os pido otra cosa para . Dame consuelo oir el relox; porque me parece me allego un poquito más para ver a Dios, de que veo ser pasada aquella hora de la vida»: P. Silverio, C.D., Obras de Sta. Teresa de Jesus, tomo I: Libro de la vida, Burgos, Tipografia de « El Monte Carmelo », 1915, p. 367. Nell’edizione del 1915, non vi sono numeri marginali, che furono aggiunti dallo stesso editore nelle edizioni in un solo volume, seguite poi da tutti i vari editori-traduttori.

Diamo la versione italiana più diffusa: « Attualmente mi sembra di non avere altro motivo di vivere fuorché quello di soffrire; e lo domando a Dio con le più vive istanze. Spesso gli dico con tutto il fervore dell’anima: Signore, non vi domando che una cosa: o morire o patire. Nel sentir battere l’orologio trasalisco di gioia, perché vedo di avere un’ora in meno di vita, e di essermi avvicinata di più al momento di vedere Iddio»: S. Teresa di GesÙ, Opere, cap. 40, n. 20, ed., Roma, Postulazione Generale O.C.D., 1969, p. 430.



5 Cf. Obras de Sta. Teresa de Jesus, tomo VI, p. 90, cit. in lett. n. 283, nota 2.



6 Domenica.



7 Illuminato e Margherita.






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