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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto Reverendo Signore,1
Piacque al buon Gesù concedermi alla fine la grazia di potergli spedire
le Regole.2 Io volevo soddisfare anche per la diligenza, ma sono stata
assicurata esserle cosa più cara ricevere costì il pagamento.
Approfitto di sua bontà, per far sentire a tutte le mie care Sorelle che
l’amabilissimo nostro Gesù ci ha poste un poco nel fuoco della tribulazione,
onde far prova di noi; ma era benissimo necessario che, dopo tanti motivi di
consolazione, Egli ci visitasse nella maniera la più preziosa.
Alla Signoria Vostra R.da è già noto che non tutti
gli individui di questo Istituto sono atti allo scopo dello stesso, attesa
l’età loro di alcuni; quando mi sono veduta ad un tratto gravemente ammalata
una in modo particolare attiva.3
Il medico temeva vicina l’infiammazione, fino a dubitare dello sfacelo,
ma il misericordioso Iddio, mosso dalla nostra situazione, gli piacque
ridonarle istantanea guarigione, per mezzo della nostra cara
S.ta Dorotea.
La cosa fece chiasso, per cui Sua Eminenza l’ottimo Cardinale Patriarca
ne volle storica narrazione dal medico curante,4 nonché dai professori
che furono consultati.
Il primo lasciò sentire il concorso speciale della grazia, - 267 -
perché non avrebbe
potuto alzarsi, né rimettersi improvvisamente in forze, senza una grazia
sovraumana, dopo nove giorni di forte malattia; ma uno dei professori disse che
può esser accaduto questo per fenomeno naturale.
Noi siamo grate al buon Gesù, che ci ha consolate; senza titubanza poi
riconosciamo il beneficio da Lui.
Il nostro Sacro Pastore, iscrivendomi sopra ciò, dice, dopo aver udito le
mediche opinioni: «Il Signore,
padrone di tutto, volle spingerla al sepolcro e poi ritirarla».
Ella faccia perciò la carità di unirsi a noi e ringraziare l’infinita
bontà di Dio, che tanto largisce sopra queste sue miserabili creature.
Ieri è stata all’Istituto la santa famiglia dell’ambasciatore
di Portogallo Lavradio.5 Mi hanno parlato di loro con piacere. Oggi
torneranno, perché ho ottenuto permesso dal - 268 -
nostro Superiore di sortire
un poco con queste care creature.
Come Iddio è buono! donando, in mezzo a un secolo tanto guasto, dove si
vede abbondare la dissolutezza, per sua misericordia, nel cuore dei grandi
l’amore alla virtù la più soda.
Non dimentichi questa cara famiglia nelle orazioni sue; ricordi anche la
pia Duchessa di Modena.6
Mi sarà grato intendere quali individui ha mandato in Roma per l’Opera
Pia.7
Noi ne attendiamo vari, che spero faranno onore alla Religione,
utilizzando anche la società.
Mi presenti doverosa colle mie care Sorelle, raccomandandomi alle
preghiere loro.
Piena di stima per Lei, bacio rispettosamente la sua sacra mano,
supplicandola tenermi presente nel Santo Sacrificio
Umilissima Devotissima Obbligatis.ma Serva
Suor Maria
Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea
Venezia il dì 16
Settembre 1840
Al Molto Reverendo Signore
Il
R.do Signor D. Luigi Sturla
Genova
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