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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Parmi di vederla giuliva in mezzo alla carissima sua Famiglia ricordare
tutte le opere dell’Onnipotente usate nelle Serve del Signore in
Tirolo.2
Voglia il buon Gesù concedere alla Signoria Vostra Reverenda che, in
dando al corpo il necessario riposo, lo spirito suo prenda nuova lena, per così
continuare le apostoliche fatiche.
Ora lo attende la Toscana. Pisa ha in pronto la messe. Due Canonici3 di colà furono, la scorsa
domenica, per ben due ore nell’Istituto con Monsignor Superiore.4
Essi esaminarono con attenzione i registri della Pia Opera. Piacque loro
sommamente la semplicità dello stile, come le osservazioni che si fanno.
Interrogarono le ragazze in Religione. Desse diportaronsi bene. A me
fecero molte ricerche; ripetutamente mi raccomandarono di pregare la Signoria
Vostra Reverenda tenere a cuore la Toscana e colà portarsi.5
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Riguardo
alle giovani, raccomandatemi nella lettera di Maria Rosa,6 scriverò al
Signor D. Partel ed appoggerò a lui la cosa.
Per la de Concini, direttami dal Signor Conte D. Marco, la manderò a D.
Antonio Ferrari, e vedremo quello che disporrà.
Dallo stesso avrà inteso come il buon Gesù ha trovato il modo, acciò
potessi soddisfare al desiderio di Lei, riguardo a Sua Maestà l’ottima
Imperatrice.7
Anche in altra mia Le dissi che l’anima dell’Eminentissimo Patriarca8 gode pei progressi di questo
Istituto, ed a me spesso lascia sentire il suo contento; pure, pel timore
d’essere d’incomodo a Sua Maestà, non ha mai osato di scriverle; ma Dio, quando
vuole una cosa, sa trovare il modo, e nessuno può esentarsi dal farla.
Difatti più volte l’esperimentai; ora ne ho un’altra prova. Dispose il
buon Gesù che il segretario9
del Gran Maggiordomo10
dell’Imperatrice fosse a me diretto dal sunnomato D. Antonio.
Egli mi fece varie ricerche riguardanti l’Istituto. Io risposi colla mia
semplicità ordinaria. Gli feci anche vedere la ristrettezza nostra, tuttavia mi
chiese la grazia di ricevere per - 271 -
figlia una sua sorella,11 assicurandomi ch’egli
sarebbe felice in pensando averla consegnata a me, accertando che farà molto
bene.
M’offerse la sua servitù, protestandosi sempre pronto, quando
abbisognasse attingermi qualche cosa presso la piissima Imperatrice.
Il giorno dopo, ci trovammo da Monsignore, dove parlammo nuovamente di
sua sorella, ch’è stata da lui pure ricevuta.
Dietro l’eccitamento avuto da questo pio giovane, ho scritto al Gran
Maggiordomo una lettera,12 ed acclusi quella di Sua Eminenza il
Cardinale nostro Patriarca, che mi scrisse dopo la Pastorale sua Visita.
Io mi faccio dovere mandargliene copia.13 Quale sia stato l’esito
non lo so ancora. Tosto ne saprò qualche cosa, la ragguaglierò.
Bacio rispettosa la sacra sua mano, pregandola benedirci. Mi presenti, la
supplico, rispettosa con tutti della nobile sua Famiglia
Umilissima
Devotissima Obbl.ma Figlia
Suor Maria
Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea
il dì 16
Settembre 1840
Al Molto Reverendo Signore
Il Reverendo
Signor Conte D. Luca Passi – Bergamo
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