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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Monsignore2 ha riso,
perché ho detto d’includere copia di quanto mi ha scritto Sua Eminenza3 riguardo alla grazia ricevuta
da Maria Rosa,4 ed anche la copia
di quella ch’io scrissi al Gran Maggiordomo,5 e poi non l’ho
eseguito.6 Causa di ciò fu il desiderio d’impostare la lettera in
quella giornata, per non lasciarla tanto senza nostre nuove.
La famiglia del santo Ambasciatore Lavradio7 è stata il giorno quindici all’Istituto. Mi hanno
trovata in faccende, con abito di economa.
Essi godettero intendere l’avvenuto a Maria Rosa. Egli poi due volte mi
raccontò l’estasi veduta nella Mörl, quando la Signoria Vostra Reverenda
raccomandò alle orazioni sue l’Istituto Pia Opera.
S’internarono e godettero intendere quanto le nostre alunne si
fondamentino bene in religione.
Il giorno dopo, fui da loro presso Monsignore, dal quale ottennero ch’io
mi portassi con essi a Murano; ed abbiamo combinato, in quell’occasione, di
trovarsi a S. Lorenzo, dove - 275 -
gli
avrei fatto conoscere l’Annetta.8 Così fu il giorno 18. Glieli ho
presentati come conoscenti carissimi della Signoria Vostra.
Ah, perché il mondo non è pieno di queste care anime? Quanto emmi dolce
trattenermi con loro! Sono a me di ammirazione; non si parla che di Dio e di
virtù.
Hanno preso un grande concetto dell’Istituto e si consolarono di questo
anche con Sua Eminenza.
Ho ricevuto dal Signor Vimercati una lettera, colla quale mi ragguaglia
dell’impossibilità di soccorrerci9
e del dispiacere che ha provato in non poter condiscendere ai desideri della
Signoria Vostra Reverenda per Roma.
Abbiamo venduto l’anello10
per 280 lire Austriache.
In questo momento ho ricevuto la pregiata sua in data 17 settembre. Sono
a Lei obbligata molto per le nuove, che si degna darmi della mia famiglia, e ne
sia di tutto ringraziato il Signore.
Riguardo alla giovane Dambel, la riceverò come conversa; ma queste pure,
in tempo della prova, devono applicarsi almeno ad imparare la dottrina ed altre
cose.
La prevengo che sono poco propensa per ricevere individui di poco
talento, abbisognando a noi di quelle che abbino prontezza. È però vero che
talvolta si sviluppa chi meno si crede, perciò faccia quello che Dio
gl’ispirerà.
Per la Margheritina11
con sincerità Le dico che la riceverò, quando sarà capacitata da maestra; ma
s’Ella non vuol figurare presso la sua famiglia, io pure devo confessarle che
sento ripugnanza grande, perché non vorrei credessero che - 276 -
io, per gratitudine
a tanti benefici usatimi, levassi a loro una persona cara.
Ella preghi ed operi quello [che] crederà meglio, ma non saprò mai
risolvermi ad eccitarla di allontanarsi dalla santa sua famiglia, quantunque
ringrazio Iddio che a maggior perfezione la chiama.12
Mi presenti doverosa con tutti della rispettabile sua famiglia e
R.di Sacerdoti13
di Calcinate. L’Ambasciatore colla sua degnissima sposa mi hanno raccomandato
riverirla e pregarla tenerli presenti nelle sue orazioni.
Ho scritto a D. Partel, affine vegga che presto vengano le giovani
accettate, perché la messe è abbondante: provo proprio pena in vedere tanti
bisogni.
Alla Signora Giustina Fracasso14 scriverò
per la Rosa, onde possa giungere al compimento dei suoi desideri.
Rispettosa bacio la sacra sua mano ed ho l’onore dirmi
Umilissima Obbligatissima Devotissimia Figlia
Suor Maria
Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea il dì 20 Settembre 1840
Al Molto Reverendo Signore
Il Signor Conte
D. Luca Passi – Bergamo
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