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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 356
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Reverendo Padre,1

Per non meritarmi la taccia d’incivile, riscontro la sua in data ventinove corrente.

Quanto le dissi a voce, sono in necessità dirglielo anche in iscritto. Nell’affare di sua nipote,2 come in tutto il resto, mi lascio dirigere dall’obbedienza e quindi non dev’Ella rivolgersi a me, ma bensì al Superiore nostro Monsignor Balbi, abbastanza saggio e pio, per non mancare alla carità.

Per la doglianza poi ch’Ella fa d’essermi allontanata da Lei prima del suo partire, rifletta che Le ho dimandato licenza, ciò appunto per non mancare al rispetto dovuto al suo carattere; mentre permetta che Le dica non confaceva certo al suo grado, né all’abito che porta, entrare in casa d’altri e sfogare la propria passione in modo che, dopo aver detto quanto poteva contro l’Istituto, disse [di] perder Ella ogni concetto anche al Superiore, perché aveva così disposto la cosa riguardante sua nipote, aggiungendo ancora che per mezzo della Polizia ce la farebbe nuovamente condurre.

Ho sempre taciuto, ricordando il sacerdotale suo carattere, ma vedendo ch’Ella più innanzi andava, la ringraziai degli avvertimenti e m’assentai per timore di me stessa, e ciò feci


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per custodire l’anima mia, in vegliando sopra la mia lingua; così potrà trattarmi da incivile, poi basta.

Non è poi vero che le abbia chiuso l’uscio in faccia, come dice, perché restò Ella nella stanza di ricevimento ed io entrai nell’Istituto, perciò chiusi altra porta che non deve, pel buon ordine, mai star aperta.

Reputo poi figlio dello spiacere il di più che dice nella sua lettera, non potendo persuadermi che un Religioso dell’Ordine Serafico, Ordine tutto basato sulla santa umiltà, possa fare tutte quelle espressioni di odio, di livore e vendetta, com’esprime Lei; né per questo ho cessato di pregare a suo vantaggio e supplico anzi Lei non dimenticarsi di me nei suoi Sacrifici.

                                                              Di Lei
                                                             Umilissima Serva

                                     Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S.ta Dorotea
il 30 8bre 18403

 

Al Molto Reverendo Padre

Il Reverendo Padre De’ Medici Cappuccino
Venezia




1 ASDR, reg. I [p. 225]. Padre Damiano (al secolo, Domenico), nato a Venezia il 29-7-1788 da Domenico e Domenica Morelli, vestì l’abito francescano a Bassano del Grappa il 2-7-1831, quando era già sacerdote. Venne poi espulso per la sua condotta e fu secolarizzato con decreto del 15-9-1841. Morì a Venezia il 16-5-1862: cf. ACPCM.



2 Cf. lett. n. 359.



3 Nella data è incorso un errore, forse per una svista della copista. Riteniamo che si debba leggere 30 7bre. Si risponde infatti ad una lettera del «ventinove corrente». Orbene non può trattarsi del 29 ottobre, perché Madre Rachele vi accenna nella lettera del 7 ottobre a don Luca (cf. n. 359). Quindi il « ventinove corrente » è certamente il 29 settembre.

Invece di « 30 8bre », si potrebbe anche leggere « 3 8bre », perché nel registro la lettera si trova dopo una del ottobre (cf. n. 357) e prima di un’altra del 5 ottobre (cf. n. 358). Però a questa ipotesi pare opporsi il riferimento « ventinove corrente», a meno che non si pensi che Madre Rachele abbia cominciato a scrivere la lettera il 30 settembre e l’abbia poi spedita il 3 ottobre.






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