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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Rev.mo Monsignore e Padre mio
benig.mo,1
Eccomi, caro Padre, a soddisfare al desiderio della carità sua, dandole
notizia di ciò che il Sig. Medico ha disposto.
Io gli ho detto avermi la Sig.ria
V.ra R.da permesso di chiedergli
l’assenso di alzarmi, aggiungendo che sto bene, ma con tutto ciò mi ha
comandato di restare ancora in letto.
Io adoro questa suprema disposizione, che m’assicura della volontà di
Dio, ed attendo dalla sua infinita carità tutto quello m’abbisogna, onde
purificate vengano in questo esilio tutte le brutture dell’anima mia.
Per questo fine prego la di Lei bontà che, ad imitazione del buon Gesù,
voglia soffrirmi, ed io coll’aiuto divino le prometto che pregherò l’amoroso
Signore a donar a Lei pazienza, ed a me prontezza d’obbedienza, perché vengano
in parte almeno mitigate le pene, ch’Ella per amor di Dio patisce, esercitando
meco la sua carità.
Ieri, dopo partita la Sig.ria
V.ra R.ma, è venuta da me nuovamente la
Giovanna,2 la quale al pianto ha aggiunto tanti spropositi,
effetti funesti del poco amor di Dio.
Io ho procurato confortarla, dicendole tutto quello che lo Spirito Divino
in quel momento mi ha fatto sentire, ed ho concluso pregandola di fare
divotamente una novena al buon Gesù Nazareno.
Ella, R.mo Padre, la ricordi nel Santo Sacrificio e
le preghi - 343 -
che
abbia a mutar volontà, inebriandola di Celeste amore, onde possa con questo
dimenticare i gusti bestiali.
Lascio per non abusare della sofferenza di Lei, pregandola della carità
di benedirmi ed ottenermi dalla cara nostra Mamma la grazia che, quando sto per
cadere, mi prenda in braccio, ed allora sì sarò certa di mai disgustare
l’amabilissimo suo Figlio e mio Gesù.
Piena di rispetto le bacio la sacra mano, ed ho l’onore di dirmi
Umil.ma
Dev.ma Obbl.ma serva e figlia
Suor Maria
Rachele Guardini
Dal letto l’8 Novembre 1840
A Monsignore Reverendissimo
Il Reverendissimo Monsignor Conte
Roberto Balbi
Cavaliere della Corona Ferrea
S.P.
Mani
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