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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 385
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto R.do Sig.re,1

Eccomi a soddisfare ai desideri di Lei riguardanti le giovani che aspirano a quest’Istituto.

Dalla pregiatissima sua sento che desse non possono venire, fintantoché non hanno terminato la scuola, il qual tempo viene ad essere dopo Pasqua.

La raccomandazione, fattami dallo zelantissimo nostro Fondatore Sig. Co. D. Luca Passi per queste giovani, m’impegna di promettere a loro di attenderle, quando venga assicurata del tempo prefisso che qui verranno.

Loro raccomando, intanto, d’instituirsi bene nell’istruzione, essendo questa necessarissima per noi, che l’abbiamo per iscopo. Potranno inoltre imparare la Grammatica del Soave;2 studieranno pure la Metodica ed Aritmetica.

Dico questo acciò possano più facilmente rendersi atte a sostenere gli esami che dovranno quivi fare, non potendo servire l’approvazione avuta in Tirolo, per esercitarsi nell’officio di Maestre in questa città.

Pei primi 6 mesi (dopo i quali vien dato ad esse l’abito


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delle Suore) dovranno giornalmente pagare una svanzica; e se in questi non venissero capaci d’essere patentate, continueranno ad esborsare la detta moneta finché saranno abilitate.

Includo la nota pel corredo personale e per la stanza. La spesa della vestizione e professione è mite, e si riduce a 48 austriache tanto per la prima che per la seconda funzione (e ciò s’intende per cadauna).

La dote potrà restare presso i parenti delle giovani nel tempo del noviziato, ma dovranno essi, all’entrar delle suddette, fare una carta d’assicurazione.

Se la Suora porta intiera la dote (la quale è stabilita dalla Regola [a] 6000 lire austriache), al suo allontanarsi, quando non piacesse ad essa restare, le verrà intieramente restituita. Morendo poi nell’Istituto, rimarrà allo stesso, ma con una differenza per quelle che vengono accettate per grazia, come le suddette. Per queste ha stabilito Monsignor Balbi, nostro zelantissimo Superiore, che verrà calcolato il frutto ricevuto, e si estrarrà dalla dote loro quello che in giustizia ci viene, cioè pagheranno come avessero intiera la dote.

Si professano i tre voti comuni a tutte le Religioni, ed il quarto3 di zelare per la salvezza delle anime; già s’intende colla direzione dell’ubbidienza. Questi vengono rinnovati ogni anno.

Io credo d’aver esaurito intieramente a quanto Lei bramava, ma se in qualche punto avessi mancato, con libertà chieda e mi farò piacere riscontrarla.

Non ho ancora potuto far le sue parti presso il Sig. Co. D. Marco Cavanis,4 ma l’eseguirò senza dubbio.


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Favorisca salutarmi tanto le prossime spose del nostro Gesù, e dica loro ch’io le prego vestire il cuore loro dell’amor di Dio, il quale distrugge tutto ciò che non può essere a Lui caro, e preghino anche per me.

Lei faccia la carità di ricordarmi nel Santo Sacrificio, ed io, benché miserabile, ho fatto quanto Ella desidera e lo continuerò in avvenire.

Le bacio la sacra mano e con rispetto mi dico

 

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva

                                    Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia il 15 Novembre 1840

 

Al Molto R.do Sig.re

Il Molto R.do Sig. D. Valentino Partel

Daiano di Fiemme

Tirolo per Trento





1 ASDR, reg. I [pp. 248-249].



2 Il libro ebbe molte edizioni in varie città; non sappiamo a quale di esse si riferisca Madre Rachele. Citiamo le edizioni più vicine, per tempo e per luogo, alla data della lettera: Elementi di grammatica italiana di Francesco Soave ad uso delle scuole elementari nelle provincie venete, ed., Venezia, Tip. F. Andreola 1837; F. Soave, C.R.S.Grammatica ragionata della lingua italiana, ed., Milano, Tip. Fusi, 1838; ibid., Brescia, Quadri, 1838.



3 Cf. Regole, 1840, pp. 13-14 (doc. n. 56, p. 499).



4 Marcantonio Cavanis nacque a Venezia il 19-5-1774 dal conte Giovanni e da Cristina Pasqualigo-Basadonna. Ritiratosi dal pubblico impiego, a 32 anni divenne sacerdote. Fu con il fratello don Anton Angelo confondatore dei Sacerdoti secolari delle Scuole di Carità. Di indole diversa dal fratello, aveva spiccata capacità organizzativa, intelligenza aperta e volontà tenace. Morì a Venezia l’11-10-1853. Di entrambi i fratelli è in corso la causa di beatificazione.






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