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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto R.do Padre,1
Sia benedetto il Signore, che l’ha ispirata di scrivermi. Non sapevo più
cosa pensare; temevo fosse ammalato, e come Giobbe ringraziavo Iddio, che si
compiace visitarmi.
Fui qualche giorno nuovamente a letto per infiammazione, ma questa notte
ho dovuto alzarmi, onde disporre la povera Moro2
al ricevimento dell’Estrema Unzione. Dalla gola fino al petto sento tanto
fuoco, che parmi d’avere una fiamma. Io sarò beata, se questa mi consumerà
tutta per amor di Gesù.
Monsignore3 trovasi
carico di occupazioni, essendo mancato al mondo il Vicario Generale, Monsignor
Rosata,4 pure dopo 12 giorni
egli è qui venuto.
Ella preghi, caro Padre, il Crocefisso Amore, acciò mi conceda la grazia
di non volere che l’amabilissima sua volontà.
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Dopo
l’ultima lettera inviatale,5 giunse inaspettatamente all’Istituto la
Pellegrini6 di Dambel e,
passati altri pochi giorni, anche la Zanini di Fiavé. La prima l’ho ricevuta,
senza tenerle discorsi, come certa, essendo mandata dalla
Sig.ria V.ra; ma alla seconda
chiaramente ho detto aver io incombenzato il Sig. Parroco del Lomaso7 acciò esperimentasse per
quattro mesi se sviluppava l’intelletto, affine di non farla subito ritornare;
pure si è trattenuta, quantunque sia persuasa che dovrò rimandarla.
Ella, caro Padre, non può pensare quanto m’addolori il vedere
l’abbondante messe abbandonata, per non sapere da chi farla raccogliere.
Ho inteso che le Oliva e la Slanzi hanno mutato pensiero. Io scrissi al
R.do D. Agostino Dalla Piazza che, se non vengono presto,
sono in libertà. È proprio inconveniente il modo tenuto dalle stesse; vengono e
poi non si viene più. Che modi son questi?
Le giovani, da D. Partel raccomandate, sono impegnate colla scuola. Mi
permetta che le dica essere per l’Istituto nostro necessarie persone un po’
educate, altrimenti non si può andar avanti.
La Sig.ra Melchiori8
per gli ultimi del corrente mese tiene apparecchiata la casa per le Suore, ed a
me mancano gli individui.
Ella conosce la città di Padova; può immaginarsi come stammi a cuore! Se
costì si trovasse un buono spirito disinvolto, - 395 -
quando fusse educata e capace d’esser presto
compagna alla Ziller,9 la riceverei, purché avesse la mobilia e pagasse
il costo dei primi sei mesi, non potendo, senza questo, riceverla, attesa la
mancanza dei mezzi; ma in tal caso venga subito.
La Contessa Revedin,10 si dice ch’erediterà molto, ed intanto noi
abbiamo due individui11 da
mantenere. In passato si faceva calcolo di quel mensile; ora ci manca.
Lascio per non attediarla, pregandola dei miei doveri al Sig. Co. D.
Marco.
Favorisca consegnare la qui acclusa al Sig. Vimercati, e piena di
rispetto ho l’onore di dirmi
Umil.ma
Obbl.ma Dev.ma figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 4 Dicembre 1840
Al Molto R.do Sig.re
Il
R.do Sig. Co. D. Luca Passi
Missionario Apostolico e Fondatore
delle Suore di S. Dorotea
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