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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto R.do
Sig.re,1
Sento consolazione, intendendo dalla pregiatissima di Lei, portante la
data 27 novembre, che tutti della stimatissima sua famiglia si trovino bene, e
ne ringrazio il Signore, che prego conservarli a vantaggio anche di tanti
poveri, dalla carità loro soccorsi.
Riguardo alla buona Cristina2
le dirò che sono pienamente contenta degli attestati, ma evvi un grande
incaglio, ed è quello di trovarsi affatto povera. Se l’Istituto nostro avesse
fondi, mi sarebbe consolazione d’accettarla senza niente, ma trovandosi privo
di questi, posso offrirle tutte le indulgenze possibili, cioè al suo entrare
abbia ella il letto ed il necessario corredo per la stanza e pel personale. I
primi 6 mesi, userà di quei vestiti che ha; se di ciò dovesse provvedersi, farà
bene portare i denari, potendo qui avere più agio di prezzi. Indi sia
provveduta di 75 centesimi al giorno, fintantoché è divenuta capace d’ottenere
dall’Eccelso Governo l’approvazione di Maestra. Avendo talento, come sembra
dagli attestati, si può sperare che nel corso di un anno possa ciò ottenere.
La vestizione poi la farà, compiuti i 6 mesi, quando corrisponda bene alla
sua vocazione; al qual tempo dovrà essere provveduta della necessaria mobiglia
e degli abiti neri; insomma di tutto quello che abbisogna per una Religiosa.
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Per
quanto ho esperimentato, la somma dovuta pel tempo della vestizione si riduce a
150 fiorini abusivi. Questo è quello ch’io posso fare. M’assicuro che Dio non
le mancherà, e s’Egli la chiamò e le conserva il desiderio, la provvederà.
Ciò che le raccomando, si è questo di farmi tenere la risposta, cioè
venga presto, o si ponga in libertà, avendo delle altre aspiranti.
La Pia Opera qui, per misericordia del Signore, si va estendendo. Sono
stata anche in Chioggia, dove quell’ottimo Vescovo3 mi ha dato un’ampia libertà di lavorare nella sua
vigna e, per misericordia di Dio, ho trovato il terreno apparecchiato ed
innaffiato dalle sante missioni.
Ritornata all’Istituto, il Signore volle mostrarmi l’aggradimento suo, e
mi pose a letto con infiammazione; ed altre prove poi mi diede.
Quindici giorni sono, ho avuto nell’Istituto due Monsignori di
Roma,4 uno dei quali mi narrò che pel Santo Natale vi saranno anche in
Roma le nostre Sorelle.5
Sua Maestà l’Imperatrice Regina mi ha fatto tenere, la scorsa settimana,
dal suo Gran Maggiordomo Dietrichstein una lettera, dove dice che fa voti,
perché questa religiosa pianta metta sempre più forti radici e mandi numerosi e
salutari frutti.6
Questo sia detto a gloria di Dio, e prego la carità di Lei raccomandargli
la coltivatrice tanto miserabile.
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Favorisca
presentarmi doverosa a tutti della sua carissima famiglia, e mi creda piena di
rispetto per Lei.
Le bacio la sacra mano ed ho l’onore di dirmi
Umil.ma
Dev.ma Obbl.ma serva
Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 7 Dicembre 1840
Al Molto R.do Sig.re
Il Sig. D. Gioan
Battista Mora
Riva di Trento
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