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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 413
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Illustre Sig.re,1

Non v’ha piacere al mondo, che misto non sia a qualche afflizione! Ella può immaginarsi qual consolazione recommi la lettera di Sua Eccellenza il Gran Maggiordomo, l’udire che Sua Maestà l’Imperatrice Regina faccia voti perché progrediscano bene gli affari del nostro povero Istituto.2

Ha destato in tutte le mie figlie una maggior premura di operare, onde soddisfatti vengano i desideri della Piissima Sovrana.

Ebbi anche, pochi giorni dopo, due Monsignori di Roma ed un Conte parigino,3 i quali visitarono l’Istituto interno ed anche l’opera esterna, e partirono molto soddisfatti.

Ecco adunque a me presentati tanti motivi d’attendere qualche regalo di quelli che usa il buon Gesù di favorire le anime amanti, e così fu.

Il giorno 20 decorso, io ero chiamata dal Sig. Co. Francesco Revedin,4 il quale manteneva in quest’Istituto due giovani, una delle quali5 ha vestito coll’assenso suo l’abito di religiosa.

Desso volevami per concertare la dote per le stesse, ma che! L’ora indicatami era le 12 antimeridiane, ed un colpo


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apoplettico lo prese pochi minuti avanti, senza aver potuto disporre quello ch’egli desiderava.

Quanto dolorosa mi sia questa perdita, io non glielo posso esprimere; confortami solo la certezza della divina volontà.

Tutte le volte che al medesimo sono ricorsa per elemosina, onde poter giovare agli altri, sempre fui soccorsa. Spero che il misericordioso Iddio darà una spinta a qualche altra creatura, onde coprire il posto di un così grande benefattore.

Bramo ardentemente di sapere come si trovi il carissimo di Lei Padre, ed a qual tempo la buona Teresina6 ha stabilito di qui venire. Io l’attendo presto, e vorrei anzi che fosse prestissimo.

Colgo quest’occasione per incomodarla di far tenere al suo Principale l’acclusa7 in questa mia e lascio alla bontà sua di compiere di chiuderla, desiderando che vegga come è concepita.

Io non so scordarmi della carità di Lei e prego il buon Gesù di concederle tutto quello che il pio suo cuore brama, anche per gli anni vegnenti.

Riceva, la prego, gli ossequi di Monsignor nostro Superiore,8 mentre piena di stima ho il contento di dirmi

Umil.ma Dev.ma Obbl.ma serva

                                   Suor Maria Rachele Guardini

Venezia li 15 Dicembre 1840

 

All’Illustre Sig.re – Il Sig. Tommaso Gar

Presso il Gran Maggiordomo
di Sua Maestà l’Eccelsa ImperatriceVienna




1 ASDR, reg. I [p. 268].



2 Cf. doc. n. 59.



3 Giovanni M. Teloni, Paolo Baròla e De la Bouillerie: cf. lett. nn.389, 390, 394.



4 Cf. lett. n. 390.



5 M. Dorotea (Teresa) Giustina.



6 Cf. lett. nn. 346, 390.



7 Maurizio Dietrichstein: cf. lett. n. 414.



8  Balbi.






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