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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Illustre
Sig.re,1
Ella con ragione potrebbe lagnarsi di me, se lasciassi passare così bella
occasione, senza lasciar sentire alla Sig.ria
V.ra Ill.ma che vivi conservo i
sentimenti di gratitudine per quello ch’Ella ha fatto a beneficio di questo
povero Istituto.
L’accerto che non cessiamo di pregarle dal misericordioso Signore tutte
quelle benedizioni che l’anima sua desidera non solo pel prossimo novello anno,
ma per molti susseguenti.
Cresca Ella nel santo amore, il quale tutta la riempia di quella gioia,
ch’è un piccol segno, quasi direi, di quella che l’anima possederà nella beata
Patria.
Colgo quest’opportunità, per lasciarle sentire che il buon Gesù benedice
le poche nostre fatiche, per cui ne gode anche Sua Eminenza il Cardinal Patriarca,2 il quale mi ha
fatto ciò intendere novellamente in una sua lettera in data 11 corrente.
Ma se motivi ho per confortarmi, piacque a Dio prepararmene uno di
dolore, ed è questo: tolsemi da colpo apoplettico il Sig. Co. Francesco
Revedin,3 dal quale avevo tutto ciò che abbisognavami, onde togliere le
indigenti dai pericoli, per cui mezzo salvar potevo l’innocenza, ma con dolore
devo confessarle che dopo perduto ho quella benedetta anima, - 450 -
ho girato tutta Venezia,
affine di assistere varie fanciulle, tra le altre tre orfanelle; ma fin qui
nulla ho potuto giovare a loro.
Perciò voglia la carità sua interessarsi, per procurarmi un qualche
mezzo, onde possa sempre più cooperare alla maggior gloria di Dio ed alla
salute delle anime.
Conosco non meritare grazia così grande, ma non volendo che quello è più
conforme all’amore del buon Gesù, spero assistenza ed effetto buono.
Lascio per non abusare della bontà di Lei, assicurandola della mia stima
e gratitudine
Umil.ma
Obbl.ma serva
Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 28 Dicembre 1840
All’Illustre
Sig.re
L’Illustre Sig. Girolamo Osculati
Milano
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