- 459 -
435
Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Monsig.re
R.mo,1
Non so più cosa pensare di Lei. Vorrei lusingarmi che stesse bene, ma ne
teme il cuor mio, per cui prego la di Lei bontà volermi indicare come si trova.
Così desidero sapere se si trova in buono stato Monsignor Segretario2 di Sua Eminenza il
Cardinal Pacca.
Noi abbiamo conservato la speranza d’avere il privilegio della S. Messa
per la notte del S. Natale, fino al momento che doveva venire adoperato, ma
dovuta erami tal negativa dal buon Gesù.
La fame, ch’io sentivo di riceverlo subito dopo la mezzanotte, non
piacque ad Esso e, per punire questo mio ardito desiderio da me tante volte
presentatogli con dolce lagno, permise che digiuna restassi non solo alla
notte, ma il giorno ancora di sua nascita. Sia benedetto Colui che così
permise, ed Ella mi preghi ch’io mai altro voglia fuori del suo volere.
Quella giovinetta,3 ch’Ella benedisse, cessò di vivere il
giorno 16 corrente. Spero sia giunta in Paradiso, tuttavia prego la di Lei
carità di ricordarla nel S. Sacrificio.
Mi lusingo che le Suore di Genova4
sieno costì giunte. Voglia il Signore Iddio donar loro quello che fa di
bisogno, acciò adempier possano il divino volere. Il buon Gesù loro doni la
grazia di molto amare il patire, ed allora lo vedranno amato.
- 460 -
Ella mi farà cosa
cara manifestarmi qual determinazione ha preso riguardo lo stato suo. Da
miserabile le dirò che ogni volta ho per Lei pregato, sempre Ella mi si
presentò come instrumento scelto da Dio per promuovere l’Opera Pia, per cui la
ecciterei meco a soffrire, per aiutare il prossimo nella vita attiva, piuttosto
che porsi nella quiete della contemplativa.
Oh quanti pochi si trovano, che vincono gli umani riguardi, per
promuovere la gloria di Dio! Sia Ella tra questi, e negando il proprio piacere,
anzi – dirò meglio – facendo a se stesso violenza, rifiuti le dolcezze celesti
e segua Gesù nella via dei disprezzi, riservandosi a godere quando lo possederà
per premio eterno. Perdoni, se oso dire tanto, ma l’anima mia non sa tacere
quello che può più piacere al suo Gesù.
Colgo quest’opportunità, per augurarle una piena di benedizioni pel
prossimo novello anno e per molti susseguenti.
Questo pure desidero di cuore al Santo Padre ed ai cari
suoi compagni di
viaggio,5 nonché all’ottima famiglia del Sig.
Ambasciatore Lavradio.
Quando le si presenterà l’occasione di baciare
il Sacro Piede, imprima sopra quello un rispettoso
bacio anche per me, e gli chieda la santa benedizione, onde possa, fortificata
da quella, battere valorosamente la via che alla vita conduce. Piena di stima
ho l’onore di dirmi
Umil.ma
Dev.ma Obbl.ma serva
Suor
Maria Rachele Guardini
Venezia li 31 Dicembre 1840
A Monsignore Reverendissimo
Il Monsignor Don
Giovanni Teloni – Roma
|