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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • VOLUME IV. LETTERE (1841-1842)
    • LETTERE 1841. 4 gennaio – 29 novembre. nn. 437–617.
      • 465
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto R.do Padre,1

Se la pregiatissima di Lei scrittami nel giovedì grasso giunta mi fosse anche in quaresima, sarebbemi stata cara e credo utile per la povera anima mia; pure disposizione suprema ha permesso diversamente, ed io l’adorerò e pregherò l’amabilissimo Gesù, acciò voglia concedermi di non desiderare altro che il suo volere.

Oh quante volte sentesi lo spirito mio attirare, onde nel santo silenzio raccolto ascoltare il soave linguaggio dell’amore, ma le occupazioni del mio dovere, che sempre si fanno maggiori, mi vietano questo dolce riposo, e nell’atto che più soavemente mi arresterei, con dolce violenza mi allontano portando meco la forza dell’amore.

Noi abbiamo, nel suaccennato giorno, avuto la fortuna d’avere per 48 ore esposto il Sacramentato Gesù, e, crede? solo pochi momenti della notte ho potuto avere la felicità di adorarlo.

In quei giorni qui giunse il Sig. D. Luigi Salvadori di Mori, che ha condotto in educazione una sua nipote.2 Egli mi ha parlato anche di Lei, e tra le altre cose mi disse ch’è spiaciuto al suo Sig. Parroco3 di non poterli riverire, quando passarono da colà.


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Il giorno 23, è qui giunta una delle Oliva, ma non so come riuscirà; dessa è molto ruggine; basta, vedremo s’è capace di sostenere il fuoco per essere lavorata.4

Io la prego, caro Padre, ottenermi le grazie che mi abbisognano, perché dolcemente e soavemente possa incamminare al gran Monte quelle anime, che alla mia cura sono affidate.

Oh come patisco, quando ho bisogno di usare della fortezza! Vorrei proprio che il santo amore le conducesse.

Sento ch’è prossimo l’esame per la Margherita Cola.5


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Prego Lei dire alla lor brava Maestra che sono contenta di attendere un poco, purché sia ben franca la suddetta.

Le raccomandi molto anche pei lavori; Venezia ha una gran finezza per questi. La formi, per carità, nella mortificazione interna e nella santa disinvoltura.

Alla Margheritina6 di Donna Isabella7 ho scritto che non è molto, e la eccitavo di pregare i suoi padroni, acciò volessero assisterla,8 facendola approfittare della scuola delle Figlie della Carità di Milano.

Io sarei tanto contenta, perché nell’atto che apprenderebbe per sostenere gli esami scientifici, avanzerebbe dietro il loro esempio nella scienza celeste.

Riguardo poi alla bontà ch’Ella ha d’offrirmi di rendere comune il suo col mio poco bene, le dirò ch’io lo tengo ad una grande misericordia che mi usa il Signore, per cui, assistita dalla sua carità, spero di poter in avvenire mettermi in istato di operare più del passato.

Come associato benefico le dirò in che consiste il mio capitale; io non tengo altro che il volere di Dio, contenta di tutto quello ch’Egli dispone di me; ed il mio desiderio è questo: sarei intieramente felice, se avessi la consolazione di vedere tutte le creature amar Dio, e darei la mia vita volontieri per farlo amare.


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Favorisca presentarmi doverosa alla rispettabile sua famiglia ed anche a’ R.di Sacerdoti di Calcinate.9

Rispettosa le bacio la sacra mano ed ho l’onore di dirmi

 

     Umilissima Dev.ma Obbl.ma
                                                        Serva ed indegna Figlia

                                     Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia li 25 Febbraio 1841

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi

Bergamo





1 ASDR, reg. II, pp. 22-24.



2 Carlotta Zampolli.



3 Don Antonio Moar: nato a Trento il 21-10-1773, fu ordinato sacerdote il 26-6-1796 e divenne parroco di Mori il 5-7-1812. Morì nel 1847: cf. Descriptio Dioecesis et Cleri Tridentini, cit., p. 130.



4 Cf. lett. nn. 464, 466, 468.



5 Angela Margherita nacque il 13-5-1815 a Villa d’Adda (Bergamo) da Lorenzo e Barbara Caseri: cf. « Registro battesimi », IV, p. 25, n. 168, APVdA. Compì gli studi a Bergamo, in casa dei conti Passi e, conseguito il diploma di maestra, nel 1841 entrò nell’Istituto delle Suore Dorotee a Venezia (cf. lett. nn. 584, 589) e prese il nome di M. Innocenza. Rimase a Venezia circa nove anni; poi fu nelle case di Padova, Bologna e Forlì.

Volendo don Luca istituire in Lucca le suore a sostegno della Pia Opera, Madre Domenica Brun Barbantini gli propose la comunità delle ‘Celestine’ (così chiamate dal colore del vestito), che desideravano consacrarsi al Signore, ma « mancavano di una Superiora che fosse in condizione di dar loro una formazione seria », e vivevano una « vita misera sia spiritualmente che materialmente »: cf. G. Sandigliano, Maria Domenica Brun-Barbantini fondatrice delle Suore Infermiere di Lucca, Casale Monf., Unione tipografica popolare, 1928, pp. 435-445.

Il 24-4-1855 don Luca accompagnò a Lucca suor M. Innocenza che, con suor Crocefissa Cesari della comunità di Firenze, diede inizio all’Istituto delle Dorotee nella casa delle Celestine, le quali dopo qualche mese di esperimento vestirono l’abito delle Dorotee (18-12-1855): cf. lett. di don Luca alla Marini, in P. GuerriniLe Dorotee di Bresciacit., nn. 226, 227, pp.210-211.

Nel 1856 fu costituita la provincia e venne eletta provinciale suor Innocenza: cf. lett. di don Luca alla Marini, ibid., n. 251, p. 226. Ella aprì una scuola, che istruì ed educò gran parte delle donne lucchesi. In seguito, con l’aiuto di benefattori, ingrandì la casa; ne aprì poi un’altra a S. Tommaso, nella stessa città, una a Vorno e una a Lammari. Come formatrice e insegnante di tante giovani, fu una benefattrice di Lucca. Rimase nell’attività fino alla morte (16-6-1886), lasciando l’esempio di virtù e fervore apostolico: cf. « Eco d’Italia », edizione lucchese, 17-6-1886; La Donna nella Beneficenza in Italia, a cura di E. Bruno e V. Roggero-Sanvito, vol. III, Torino 1911, pp. 201-202.



6 Lago.



7 Passi Padulli.



8  Cf. lett. n. 460.



9 Cf. lett. n. 80, nota 9.






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