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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1
Se la pregiatissima di Lei scrittami
nel giovedì grasso giunta mi fosse anche in quaresima, sarebbemi stata cara e
credo utile per la povera anima mia; pure disposizione suprema ha permesso
diversamente, ed io l’adorerò e pregherò l’amabilissimo Gesù, acciò voglia
concedermi di non desiderare altro che il suo volere.
Oh quante volte sentesi lo spirito
mio attirare, onde nel santo silenzio raccolto ascoltare il soave linguaggio
dell’amore, ma le occupazioni del mio dovere, che sempre si fanno maggiori, mi
vietano questo dolce riposo, e nell’atto che più soavemente mi arresterei, con
dolce violenza mi allontano portando meco la forza dell’amore.
Noi abbiamo, nel suaccennato giorno,
avuto la fortuna d’avere per 48 ore esposto il Sacramentato Gesù, e, crede?
solo pochi momenti della notte ho potuto avere la felicità di adorarlo.
In quei giorni qui giunse il Sig. D.
Luigi Salvadori di Mori, che ha condotto in educazione una sua nipote.2 Egli mi ha parlato anche di
Lei, e tra le altre cose mi disse ch’è spiaciuto al suo Sig. Parroco3 di non poterli riverire, quando
passarono da colà.
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Il giorno 23, è qui giunta
una delle Oliva, ma non so come riuscirà; dessa è molto ruggine; basta, vedremo
s’è capace di sostenere il fuoco per essere lavorata.4
Io la prego, caro Padre, ottenermi le
grazie che mi abbisognano, perché dolcemente e soavemente possa incamminare al gran
Monte quelle anime, che alla mia cura sono affidate.
Oh come patisco, quando ho bisogno di
usare della fortezza! Vorrei proprio che il santo amore le conducesse.
Sento ch’è prossimo l’esame per la
Margherita Cola.5
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Prego Lei dire alla lor brava Maestra che sono contenta di attendere
un poco, purché sia ben franca la suddetta.
Le raccomandi molto anche pei lavori;
Venezia ha una gran finezza per questi. La formi, per carità, nella
mortificazione interna e nella santa disinvoltura.
Alla Margheritina6 di Donna Isabella7 ho scritto che non è molto, e
la eccitavo di pregare i suoi padroni, acciò volessero assisterla,8 facendola approfittare della
scuola delle Figlie della Carità di Milano.
Io sarei tanto contenta, perché nell’atto
che apprenderebbe per sostenere gli esami scientifici, avanzerebbe dietro il
loro esempio nella scienza celeste.
Riguardo poi alla bontà ch’Ella ha
d’offrirmi di rendere comune il suo col mio poco bene, le dirò ch’io lo tengo
ad una grande misericordia che mi usa il Signore, per cui, assistita dalla sua
carità, spero di poter in avvenire mettermi in istato di operare più del
passato.
Come associato benefico le dirò in
che consiste il mio capitale; io non tengo altro che il volere di Dio, contenta
di tutto quello ch’Egli dispone di me; ed il mio desiderio è questo: sarei
intieramente felice, se avessi la consolazione di vedere tutte le creature amar
Dio, e darei la mia vita volontieri per farlo amare.
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Favorisca presentarmi
doverosa alla rispettabile sua famiglia ed anche a’ R.di
Sacerdoti di Calcinate.9
Rispettosa le bacio la sacra mano ed
ho l’onore di dirmi
Umilissima
Dev.ma Obbl.ma
Serva
ed indegna Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia li 25 Febbraio 1841
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Marco Passi
Bergamo
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