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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
R.mo Sig. Parroco,1
Nel lungo tempo, che è scorso dacché ebbi
l’onore di personalmente qui riverirla, mi sono molte volte sentita
interiormente spingere affine impugnassi la penna, per chiedere alla
Sig.ria Vostra R.ma se trovasi ancor
nel mondo, oppure s’ebbe tanto di cuore di separarsi, benché tanta necessità la
circondi, ma non ho osato farlo, attesa la parola che senza ben riflettere le
diedi.
Ora sono consolata, perché posso
dirle qualche cosa del Convento del Gesù e Maria.2
Io fui, com’Ella mi disse, in una delle
giornate che eranmi state indicate, ma vennemi detto che la Superiora3 non si sentiva bene.
Mi sono riserbato l’ultimo giorno di
carnevale, persuasa di poter godere un momento, conoscendo la cara di Lei nipote4 e quella buona Superiora; e per
non sortire incerta, ho mandato una Suora Conversa a parteciparle il mio
desiderio ed anche per sapere l’ora. Ma che! io le ho, senza volere, quasi
scandalizzate, perché in tal giornata chiesi l’accesso. Intanto pazienza, verrà
altro momento che potrò vederle.
Mi dica ora come se la
passa la Sig.ria V.ra, e le
sorelle sue? Una donna sua parrocchiana mi disse ch’era stato
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incomodato. Io ho attribuito ciò alla sensibilità del
suo cuore.
Io pure devo confessarle che la
perdita del suo caro Pastore5
apportommi non piccolo dolore, ma d’altra parte invidiavo il suo beato
transito. Voglia Iddio benedetto concedere a loro un altro Padre, quale hanno
perduto.
Io raccomando assai alla carità sua
la Pia Opera; non dimentichi l’interesse preso dal defunto Prelato, così più
dolce riusciralle la fatica.
Ella mi comandi con libertà, e mi
sarà caro poterla servire. Favorisca presentarmi doverosa alla cara sua
famiglia.
Le bacio la sacra mano, pregandola di
benedirmi
Umilissima Dev.ma
Obbl.ma Serva
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia li 27 Febbraio 1841
Al Molto Reverendo Signore
Il R.mo Sig. D. Vincenzo
Camuffo
Zelantissimo
Parroco di S. Andrea
Chioggia
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