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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1
La vita dell’uomo è mista di contenti
e di pene. Ella mi ha donato la consolazione d’intendere belle cose riguardo il
progresso dell’Istituto, ed io sono obbligata d’annunciarle una cosa
dispiacente.
Come le ho detto nell’altra mia,2 il giorno 23 giunse l’Oliva,
alla vista della quale tanto ha sentito l’umanità mia, come le ho scritto. Sappia
ora che il giorno 26 la suddetta ha tenuto un discorso colle Sorelle, il quale
mostrava la dispiacenza d’essere venuta.
Io l’ho chiamata e dolcemente le ho
fatto conoscere com’era improprio un simil discorso, ed i danni che da quello
potevano sortire. La pregai, se aveva qualche cosa che contraria le fosse, di
parteciparla a me, assicurandola che io non l’avrei mai obbligata, né eccitata
a fare ciò che s’opponesse al suo volere.
Dopo poco ha pranzato, indi è andata
nell’orto per ricrearsi colle altre; ed ha colà mostrato desiderio
d’allontanarsi per istudiare. Glielo permisi, credendo verità
l’esposto; ma che! scorsi pochi minuti, mi vien detto che aveva
ella colto quel momento per ischiodare una porta secreta, dalla quale era
sortita.
Ella può pensarsi qual dispiacenza ci
recò. Dopo qualche ora ho scritto alla polizia, onde annunciarla, quando un
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buon bettoliere, che non istà lungi dall’Istituto, venne ad
avvertirmi che la giovine forestiera allontanata era nel suo magazzino con
degli uomini a bere del vino.
La carità volle che la si
raccogliesse, ed ora trovasi in una stanza separata dall’Istituto, per
attendere quello che suo fratello deciderà, cioè se lasciarla da sé partire,
oppure se verranno a prenderla.3
S’io potessi senza mancare di
sincerità tacerle l’avvenuto, lo farei volentieri; ma giacché devo
parteciparglielo, approfitterò di questo per pregarla di raccomandare molto a
Dio la povera scrivente, acciò si renda colla purità dell’intenzione e colla
cecità dell’ubbidienza capace di quei lumi che necessari le sono per fedelmente
adempiere i suoi doveri.
Ho mandato da Monsignore,4 onde avere la risposta, ma non
si trovava in casa; domattina la saprò.
Intanto Le dirò che sono stata dal
Signor Co. Andrea Giovanelli,5
ma era impedito, e mi ha fatto dare la giornata del prossimo lunedì.
Ho visitato anche suo fratello Co.
Pietro,6 il quale mi ha
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usato molte gentilezze, aggiungendomi che verrà a visitare
l’Istituto.
A proposito, il Duca di Borgogna ha intrapreso
un viaggio in mare, indi passerà a Gorizia.
La Signora Tonina Venoni7 viene spesso ed ha ottenuto da
Monsignore di porsi sotto ubbidienza, come appartenente all’Istituto. Io vo
inculcandole la tranquillità dello spirito, e pare che il Signore gliela
donerà.
Ella ci ottenga, per mezzo di S.
Dorotea, la salute a sua sorella, ed allora la farò meco venire, se vienmi
permesso di portarmi a Bologna.
Desidero che il Signore le conceda
una buona notte; domani Le comunicherò quello mi verrà comandato dall’ottimo
Monsignore.
Oggi, giorno 2 marzo, ho ricevuto la
risposta da comunicarle. Egli dissemi di assicurarla ch’io verrò a Bologna pel
tempo ch’Ella m’indicherà.
La Signora Venoni è disposta di fare
in Como il bene, contribuendo alla fondazione, ma evvi un ostacolo. Ella
vorrebbe che il suo Confessore (il Signor Canonico Anastasi8 di Lugano) fosse persuaso.
La maniera sicura di ottenere questo
è di vedere che il Sig. Professore Torricelli9
gliene facesse parola. Sento che lo stesso Torricelli è una cosa sola colla
Sig.ra Laura.10
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Preghi Ella, acciò guarisca
sua sorella, così venendo la Signora Tonina ai Santi Esercizi gioveranno questi
per fortificarla.
Rispettosa le bacio la
sacra mano, e la prego di benedirmi
Umilissima Dev.ma
Obbl.ma Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia li 2 Marzo
1841
Al
Molto R.do Signore – Il Sig. Co. D. Luca Passi
Missionario
Apostolico – Forlì
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