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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • VOLUME IV. LETTERE (1841-1842)
    • LETTERE 1841. 4 gennaio – 29 novembre. nn. 437–617.
      • 469
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Monsignore R.mo,1

Avevo determinato di scriverle subito che ritornata fossi dalla visita di sua Altezza,2 ma dispose il buon Gesù diversamente.

Il giorno 3 fummo adunque ad adempiere un dovere con Sua Altezza il Viceré per essersi adoperato perché ottenessimo la sovrana approvazione.3

Egli ci accolse con benignità e ci chiese conto minutamente dell’interno dell’Istituto nonché dell’opera esterna, indi ci ha ringraziato per avergli recato nuove tanto al suo cuore piacenti.

Mi ha dimandato anche del Sig. Co. D. Luca, e gli ho potuto dire che ora trovasi a Forlì,4 ma che, compiuta la


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Quaresima, tornerà a Bologna, dove vi sono delle disposizioni per un’altra Casa di Suore.5

Ecco quanto volevo narrare alla Sig.ria V.ra il giorno 3, ma giunta all’Istituto dovetti pormi a letto (per motivo del gran calore della stufa, ch’era nell’anticamera del Viceré), incapace di più muovermi; anzi un’ardentissima febbre mi colse, per cui la notte stessa mi si dovettero applicare le mignatte alla gola, attesoché non potevo inghiottire neppure l’acqua. Si rinnovarono queste 4 volte, aggiungendovi un’emissione di sangue. Ora sto meglio, ma scrivo dal letto.

Ho dato ordine pel Rosario, onde suffragare la giovanetta, e venne tosto eseguito.6

Mi consola che la Taverna faccia bene, e prego il buon


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Gesù a concederle tutto quello che le abbisogna, onde adempia ai suoi doveri.

Favorisca presentarmi doverosa alla mia buona Madre;7 mi saluti le mie Sorelle, e piena di rispetto Le bacio la sacra mano, pregandola della carità di benedirmi

 

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia

                    Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia li 9 Marzo 1841

 

A Monsignore Reverendissimo

Il R.mo Monsignore Antonio Farina
Vicenza





1 ASDR, reg. II, pp. 27-28.



2 Rainieri.



3 Il 15-1-1840: cf. docc. nn. 42, 44, 45.



4 In quella circostanza, don Luca e don Marco istituirono a Forlì la Pia Opera di S. Dorotea e quella di S. Raffaele. « Nel marzo del suddetto anno 1841 ebbe Forlì la bella sorte di avere per più giorni tra le sue mura que’ due apostolici operai, che già tutta Italia conosce per insigni benefattori della gioventù: io dico i fratelli Passi da Bergamo, istitutori e propagatori delle piissime opere di s. Dorotea a prò delle fanciulle, e di s. Raffaele a prò de’ giovinetti. Il nostro non era vescovo da lasciar passare questa felice opportunità da giovarecara parte del suo gregge; ed eccolo infatti presentarsi al suo popolo e spezialmente ai parrochi, perché unendo la loro propria sollecitudine a quella del vescovo, dessero mano a istituire e mantenere diligentemente nelle loro parrocchie quelle due sante opere: ‘Opere (egli dice) grandemente encomiate e benedette dal Sommo Pontefice: opere dimostrate dalla ragion medesima utilissime, per non dire necessarie ai tempi nostri: opere abbondantissime di frutti di eterna vita e apportatrici delle più fondate speranze di veder pure una volta dalla sorgente generazione cacciati in bando gli errori ed i vizi’ »: G.M. Albini, Vita di Monsignore Stanislao Vincenzo Tomba, Roma 1859, Tipografia Bernardo Morini, pp. 82-83. La Pia Opera nella parrocchia di Schiavonia fu istituita nel 1836: cf. «Nota di tutti li Libri appartenenti alla Compagnia di S. Dorotea della Parrocchia di Schiavonia stabilita nel Maggio del 1836», ms., ACVF, Ecclesiastica seu Diversorum, fondo AP/S. Maria in Schiavonia.

Il 28 marzo, prot. n. 124, il Farina scrisse a don Luca a Forlì, « per private scambievoli relazioni di famiglia ».



5 Il 3-3-1841 don Luca scriveva alla Marini: « Passavo per Bologna, sento che un Parroco zelantissimo per S. Dorotea ha riunite alcune sorvegliatrici in una piccola casetta, vado da lui a proporgli di ridurle in Suore di S. Dorotea, accetta la proposizione, allora mi porto dal Cardinale Arcivescovo e mi il Decreto per cominciare la fondazione. Sono dodici, e vivono da più anni col lavoro delle proprie mani. Dopo Pasqua andrò a dar loro gli Esercizi e si comincerà il nuovo Istituto »: P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 22, pp. 50-51. Cf. doc. n. 60.



6 Il 5 marzo, prot. n. 89 di Vicenza, il Farina « rende conto sulle Taverna e prega suffragi per la giovinetta Terribile » (Anna, di anni 13).



7 Redenta Olivieri.






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