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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do Padre,1
Spesse volte mi si presentava nella
mente la sua persona, ed altre mi si chiedeva di Lei dalle mie care figlie, ma,
non sapendo che cosa rispondere, il faceva raccomandare a Dio, eccitandole ad
attendere quando piacerà a Lui ch’Ella qui venga.
Ora non dico così, anzi voglio sinceramente
parteciparle ch’io non sono persuasa del desiderio che ha mostrato di rivedere
questa povera Congregazione.
Io penso che se fosse propriamente
volontà quella velleità ch’Ella sente, sarebbesi qui portato.
Il Sig. D. Pietro Capitanio,2 sì,
pare abbia realmente volontà, essendosi offerto a suo compagno.
Il librettino per le Adoratrici del
Santissimo Sacramento3 mi è
carissimo; ma la gran cosa in questo mondo, soddisfatto appena un piacere, un
altro subito se ne risveglia. Oh
Paradiso! - 151 -
Ella mi avrà forse intesa; fin qui ho promosso la divozione
nella maniera del passato tempo, dando un viglietto a quelle persone che
dicevano di ascriversi, per eccitarle a raccogliersi e perché conoscano l’ora,
ma nulla ho registrato.
Ora che la divozione trovasi
arricchita delle Sante Indulgenze, colle regole precisate, amerei di poter, al
momento che si ascrivono, dare loro il librettino, acciò meglio conoscano i
loro doveri; ma come si fa? Io non so dove porre il capo per trovare i denari,
onde farli stampare.
Intanto cercherò da Sua Eminenza4 l’approvazione. Chi sa, Dio è
Onnipotente! Riceverò come una nuova grazia, se potrò cooperare a questo bene.
Riguardo alla Gatti,5 sono
assicurata che le Cappuccine non possono usare indulgenza per la dote, anzi mi
diedero un esempio, affine di persuadermi.
L’assicuro, caro Padre, ch’io godrei,
se avessi pieno il cuore di quella santa unzione, ch’Ella brama, sicura che
corrisponderei perfettamente alla volontà del Signore, manifestatami dall’ottimo
Monsignor nostro Superiore;6
ma che vuole! io credo industria del caro Amore il permettere qualche volta
ch’io usi del vino, invece dell’olio. Tal suprema disposizione la trovo
utilissima, conoscendo con questo mezzo più facilmente la mia miseria, per cui
sente l’anima mia la necessità di continuamente pregare, acciò la mano del
Signore non s’allontani dal mio capo.
Nell’atto ch’io faccio l’ingenua
confessione, mi si presentano due pensieri, che ambi sono del Santo di Sales:
il primo, la preminenza che dona ad un cucchiaio di miele piuttosto
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che ad un barile d’aceto; il secondo è quello che disse, il troppo
dolce genera vermini.
Io li rispetto, avendoli
esperimentati un così gran Santo. Per parte mia però la prego ad ottenermi tutto
ciò che m’abbisogna, onde corrisponda fedelmente alla divina volontà.
Chieda Ella al buon Gesù che
purifichi il vino della fortezza, mentre temo molto l’amor proprio.
Vorrei poter subito condiscendere alla
dimanda che mi fa della giovane bresciana maestra, ma credo meglio attendere
che passi la Pentecoste a rispondere. Intanto preghi anche Lei ed aggiunga la
carità di lasciarmi sentire se trovasi precisamente sana e se veramente ha
capacità per essere impiegata ed esposta nell’Opera del Signore.
Desidero che lo Spirito Santo discenda sopra
la rispettabile sua famiglia, e tutta, tutta la riempia dei suoi santi doni.
Favorisca presentarmi a loro
doverosa, e mi ricordi con rispetto ai R.di Sacerdoti di
Calcinate.7 Preghi tutti di non dimenticarmi a Dio Signore colla mia
povera mamma, che è gravemente ammalata.8
Mi saluti anche le donne di loro
servizio e le Consorelle del Santo Fuoco.
Rispettosa le bacio la sacra mano ed
ho l’onore di dirmi
Umilissima
Dev.ma Obbl.ma Serva e Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il dì 22 Maggio 1841
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P.S. Il Sonetto, dedicato alla Sig.ra
Lacchini,9 mi è molto piaciuto, spero farà incontro anche a
Monsignore nostro Superiore.
Ella
riceva questo pensiero:
Oh dì fortunato! Oh quanti lacci
Per Lacchini beato, Sa egli tendere;
Quel che il
Signore, Oh quanti modi
Destolle nel core Egli sa prendere,
D’oprare per Lui. Onde inciamparci
Deh!
tu gli prega, Nel
retto sentier.
Dal
caro Amore, E trovan l’anime,
Costante
il fervore Il dolce riposo,
Perché
vinca il reo Stringendo la Croce,
Nemico
comun. Guardando lo Sposo
Che sopra quella
Per amore morì.
Al
Molto R.do Sig. Conte D. Marco Passi
Bergamo
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