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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

Illustre Signore,¹

Le chiedo perdono, se io la incomodo a leggere questa mia, la quale ad altro non tende che a persuaderla essermi caro il poter in qualche modo cooperare alla sua tranquillità, facendo le possibili indulgenze in favore delle sue figlie che ho nell’Istituto, e ciò tanto pei buoni diportamenti delle stesse, come pel rispettoso sentimento, che nutro per la sua persona.

Ma se i detti motivi mi danno il piacere di così fare, vuole il dovere di giustizia ch’io le significhi trovar impropria la maniera ieri tenuta dalla sua figlia maggiore.

Ella fortemente si è lagnata per aver trovato non so che di mal accomodato nelle sue sorelle.

Rifletta la stessa che troppo presto sarebbe l’esigere dalle stesse che atte fossero a tenersi governate da sé.

Aggiungerò poi essere stabilito nell’accordo che sieno tenute pulite dalla propria famiglia, per cui potrà rimproverare se stessa di aver fin qui mancato al suo dovere.

Pure voglio giustamente concederle ch’ecciti le giovanette sue sorelle, e mi faccia avvertita di tutto quello che può essere loro miglior bene.

Voleva l’educazione sua, ed anche la prudenza, che mi avesse sola chiamata e non mai ch’ella esponesse ingiuste ragioni alla presenza di persona che non conosceva.

Perdoni della libertà, e colgo questa spiacente occasione per distintamente riverirla

                                Umilissima sempre pronta per servirla

                              Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il dì 7 Giugno 1841

Al Nobile Signore

Il Sig. Giov. Batta Corner 
S.P.M.