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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Mia cara Mamma,1
Molte volte ho pensato di riscontrare
la vostra lettera, ma sempre mi ha trattenuta un qualche motivo appartenente al
mio dovere.
Voi adunque volete proprio sapere
qual è stata la malattia da me sostenuta? Ebbene ve lo parteciperò per
obbedienza.
La giornata del 9 decorso agosto,
sentivami un poco indisposta nello stomaco; ma perché in addietro soffrivo
molto in questa parte, non feci osservazione, per cui tutta la giornata l’ho
passata in esaurire gli uffici miei. Quando alla sera me ne sono andata in
letto, senza nulla prendere, persuasa che il riposo essermi dovesse medicina;
ma che! circa la mezzanotte mi son svegliata con un grande affanno e,
nell’impotenza di parlare, la natura ha saputo trovar modo di svegliare la mia
Assistente,2 alla quale mostravo di aver perduto il braccio sinistro,
nonché la gamba con la favella.
Univasi a questo una grande mancanza
di respiro, per la quale ho creduto di far cenno che chiamassero il chirurgo, e
subito giunto, disse ch’era una paralisi.
Mi aprì la vena e mi ha fatto, nel
corso di quella notte, applicare molte sanguisughe alla gola, per
l’infiammazione succedutami.
Credevo di morire e volevo pure
sollevare le mie figlie dal turbamento in cui le vedevo; facevo loro molti
cenni, onde confortarle.
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Così passarono più di 24
ore, e dopo mi si sciolse la lingua, ed ho potuto dire Gesù e Mamma.
In questo stato mi ricordavo la
povera Sig.ra Brigida Zanetti. Io ero contentissima di
essere dal buon Gesù visitata, e gioivo in pensando che potevo con questo mezzo
purificare l’anima mia. Ma nei decreti eterni diversamente era scritto, per cui
dopo 22 giorni mi sono alzata dal letto, ed ora sorto di casa; anzi, compiuti i
Santi Esercizi che ora abbiamo, partirò per qualche giorno dall’Istituto, per
mettere in Padova3 la
semenza dello stesso, accompagnando colà due figlie, perché operino alla gloria
di Dio.
Voi, mia cara mamma, pregatemi dal
buon Gesù quello mi abbisogna, onde corrispondere fedelmente alla sua volontà.
Presentatemi doverosa a tutte quelle
persone che voi credete, ma cominciate dall’Illuminato, alla cognata4 e Marietta. L’Irene sarà qui la
prossima settimana.
Spero che starete bene tutti, di che
ne ringrazio infinitamente Iddio.
Rispettosa, vi bacio la mano ed ho il
contento di essere
la vostra Aff.ma ed
Ubb.ma figlia
Suor
Maria Rachele
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il dì 23 7bre 1841
Alla Stimatissima Signora
La Signora Domenica Guardini
Riva di Trento
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