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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Nell’ultima mia, che ho scritta al
Signor Conte D. Luca,2 promisi di scriverle, quando mi troverò meglio.
Avrei potuto ciò fare prima d’ora,
sebbene solo ieri sono partita dall’Istituto, e ciò per visitare mia sorella
Irene, che trovasi da molti giorni a letto.3
Io me la passo abbastanza, ma sempre
combattendo col demonio, il quale ha ricevuto per certo la permissione da Dio
di adoperare ogni modo per esercitarmi nella pazienza.
Maria Rosa continua a star
male,4 ed è in grande burrasca per la complicazione dei mali. Tendono a
toglierle l’infiammazione, ma evvi il gastrico e le periodiche, le quali tanto
sonosi impossessate, che il chirurgo teme d’una perniciosa, dicendomi che il
forte accesso avuto ieri indicava questa.
Ella mi preghi la fortezza
necessaria, perché vincitrice sia. L’anima mia non desidera che Gesù, per cui
se l’umanità sente assai, particolarmente per Maria Rosa, pure vo ripetendo:
Signore quello che voi volete io voglio; sia fatta la vostra volontà, siate
sempre benedetto; ed in così dicendo, spesso mi cadono involontariamente le
lagrime.
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Spero molto nella mia cara
Mamma. Oggi viene onorata in questa città col titolo della Salute.5
Ella può tutto appresso il suo Figliuolo.
Riguardo alla Carolina6 non vi è speranza per noi, pure
va istruendosi, e verrà presto novellamente ammessa alla
S.ta Comunione.
Nel tempo ch’io ero in letto, le feci
varie ricerche sopra la Religione, ma tenendomi solo alle cose più importanti,
ed ella dissemi di non averle mai sentite. Perciò io dico che il suo confessore
l’avrà creduta istruita, senza darsi pensiero d’interrogarla.
Io pure delle Figlie della Carità
godevo il loro compatimento, e so d’avere più volte importunato la povera
Superiora Gioppi,7 acciò mi parlasse di Dio, oppure
m’istruisse,8 ed essa si metteva a ridere. Può essere che questo
accaduto sia alla Carolina.
Tante altre cose avrei a dirle, anche
di consolanti per Padova, ma non posso continuare, dovendo portarmi dove sono
dal dovere chiamata.
La prego presentarmi doverosa a tutti
della rispettabile sua famiglia, mentre baciandole la sacra mano unitamente
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al Sig. Co. D. Luca, mi creda qual mi do l’onore di segnarmi
Umilis.ma Dev.ma
Obbl.ma serva e figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Il giorno 21 9bre 1841
Al Molto Reverendo Signore
Il
Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi
Bergamo
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