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Viva il Cuor
di Gesù e di Maria!
Carissima nel Signore,1
Ieri sera ho avuto dall’ottimo nostro
Superiore2 la
gentilissima sua,3 dalla quale ho potuto scorgere trovarsi Ella in
buona salute, della qual cosa ho ringraziato il buon Gesù, attesoché molte
volte avevo pensato al suo viaggio, e sentivo timore che in quello avesse
sofferto. Oh com’è buono Iddio! e quanti mezzi sa Egli adoperare, onde far
meritare le anime sue amanti.
L’avvenuto non ci deve turbare, ma
incoraggire, assicurandoci della massima di S. Vincenzo de’ Paoli «che non vi ha cosa al mondo più contraria
pel buon successo dei negozi spirituali, che la precipitazione». Consoliamoci adunque, sperando
vantaggioso il tempo che percorre senza il desiato effetto.
Mi rallegra molto il desiderio, che
mostra, di legarsi come sorella di quest’Istituto. Io sono persuasissima della
riuscita, perché una grande prova mi ha data dello spirito suo, nell’occasione
favorevole per meritarsi le benedizioni del Signore nel suo viaggio.
Riguardo all’obbligazione del Sig. D.
Vincenzo Panzerini,4 la ho esposta nel modo, che sembrami più
conveniente, - 360 -
ed il Superior nostro l’ha trovata secondo il suo
desiderio; perciò non resta che la estenda sopra carta bollata, e sia
sottoscritta da testimoni.
Tante cose dica per me al
Rev.do sunnomato, e molte ne significhi alla
Sig.ra Erminia,5 che desidero di conoscere
personalmente.
Trovo giustissimo che l’obbligazione,
che desse faranno, abbia la durata solo del tempo di prova e noviziato, il
quale spero sarà breve, atteso le personali doti. Giunte alla professione,
contribuiranno come sono persuase la dote stabilita nella Regola nostra, ed
allora, dietro quello che crederanno i Superiori migliore, si lascerà una delle
Suore oppure due.
Succedendo poi, com’Ella dice, che
per qualche motivo dovessero l’una o l’altra allontanarsi dall’Istituto (che
ciò credo non avvenirà), trovo prudente quanto offrono, cioè di obbligarsi a
fare in tal caso un regalo, perché l’opera del Signore abbia buon esito; ma
questa loro offerta la riguardo coll’occhio semplice della carità, come quella
ch’esercita il R.do Sig. D. Vincenzo Panzerini, perciò io
non dirò quanto s’abbiano ad obbligare, ma lascio a loro disporre quello che
sembra conveniente; aggiungendo che sarei persuasa della loro parola,
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se fossimo accertate di aver il tempo di apparecchiare tutte le cose,
quando siamo per abbandonare quest’esilio.
Se il capitale delle 4000 lire ora è
passivo, hanno la compiacenza di vedere una vecchia venerabile per la sua
età.6
A loro consolazione le significo che
la nascente fondazione di Padova trionfa del nemico, ed ormai si sentono i
Sig.ri Parrochi, dov’è abbracciata, ringraziare
Iddio.7
Ieri è stato da me il Sig. Parroco di
Rubano di Padova,8 il quale dissemi di aver visitato quel Monsignor
Vescovo9 e tante cose gli ha
significate riguardo il bene, che fanno le mie buone figlie. Detto sia questo a
gloria di Dio, pel quale operano, e da Lui sono rette.
Scorgo nella sua che brama Ella ch’io
le dia un’idea chiara del come devono formare le carte. Per contentarla, io le
includo un abbozzo, il quale, scritto di propria mano sopra carta bollata e
sottoscritto dai testimoni, pare che dovrà bastare per ogni caso. Le dette
carte saranno poi conservate in questo Istituto, finché da questo dipende.
Lascio, pregandola di ricordarmi a
Dio Signore, acciò mi conceda tutto quello, che abbisogno, per adempiere sempre
l’amabilissima sua volontà
Umilissima ed
Aff.ma sua in G.C.
Suor
Maria Rachele Guardini
Il giorno 27 9bre 1841
Alla Stimatissima Signora – La
Sig.ra Annunciata Cocchetti
Capo di Ponte – Cemmo
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