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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Dalla pregiatissima sua, portante la data
niente, intendo che la sua salute va migliorando, ed io ne godo assai.
Mi è pur caro sentire che a sue spese
impara il giudizio, cioè a guardarsi da quello che conosce possa esserle
nocivo; anche questi riguardi, che forse potrebbero sembrarle disdicenti
(atteso il desiderio che l’anima sua sente di unirsi al buon Gesù Crocefisso,
per mezzo del niente), io li credo utili.
La necessità, in cui si trova, di
guardar se stesso, per non cadere ammalato, più facilmente deve portarla al
tutto, conoscendo per evidenza il niente che siamo.
I miei occhi, per misericordia di
Dio, mi continuano a dolere, così mirabilmente mi servono ad avere un mezzo per
offerire qualche cosa all’Amante Infinito.
Il nostro patto2 la prego di non mai scordarlo, ma particolarmente in
questo tempo che, per obbedire, trovasi nella dolce necessità di riposarsi nel
Costato dell’amabilissimo Gesù, oppur sopra il Calvario, dove troverà soavità
nel penare.
Anche Maria Rosa è sopra la
croce.3 Camminando nel corridoio, si piegò sotto un piede, il quale
tanto si gonfiò che anche la gamba partecipa di questo favore; già due volte le
ho applicato 36 mignatte, ed in questo punto altro numero ne ha comandate il
chirurgo; perciò io sono in piedi, perché le mie gambe mi possono portare,
però, s’io avessi abbastanza - 417 -
individui, me ne starei riguardata, ma
il Signore supplisce a tutto, e dolce mi è il sapere che tutto mi viene da Lui.
Con rincrescimento Le significo che
dimani sera partirà la Margheritina Lago colla Diligenza Franchetti; dessa
prende la strada di Milano. La poverina merita proprio compassione; io credo
che il Signore si serve della stessa sua incostanza di pensiero per
purificarla, e chi sa cosa vorrà da lei il buon Gesù.
Per ben tre volte ho pregato il
Signor Cargnello affine faccia fare alla stessa un passaporto, e poi ci pregava
differire, ma alla fine si è determinata, perciò la di Lei carità ci raccomandi
a Donna Isabella,4 la quale tiene in luogo di sua madre.
Oh bontà di Dio, oh infinita carità,
che meco tanta fortezza mi donaste! Io conosco sempre più chiaro i benefici non
comuni ch’Egli ha meco usati, benché immeritevolissima.
Ella, caro Padre, mi ottenga, per
carità, la grazia di non più abusare dei favori celesti, ma sia la mia volontà
sempre intenta di uniformarsi a quella dell’amorosissimo Gesù Crocefisso.
Favorisca presentarmi doverosa alla
pregiatissima sua Famiglia. Piena di estimazione per Lei, rispettosa le bacio
la sacra mano, tenendo per onore il segnarmi
Umilis.ma Dev.ma
Obbl.ma Serva ed indegna Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea –
Venezia il dì 9 9bre 1842
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do
Sig. Co. D. Marco Passi – Bergamo
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