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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Signore,1
Più volte ho avuto il pensiero d’inviarle
una mia, dopo il mio ritorno dalla Valle Camonica, ma due motivi mi tolsero
dall’effettuare ciò: uno, per non recarle l’incomodo di riscontrarmi, persuasa
che avrebbe fatto questo Ella ch’è tanto caritatevole; la seconda causa poi era
il trovarmi poco bene nei miei occhi. Poveretti, erano così addolorati che
vollero nuovamente porsi allo scuro, ed anche mettere tutto il mio
corpo in riposo, per cui sei volte ho dovuto applicarmi un grande numero di
mignatte, ed anche sostenere due forti emissioni di sangue.2
Pure al presente posso agire,
assistita dalla grande interceditrice S. Catterina,3 la quale volle il
mio buon Pare (cioè Monsignor Balbi, che tanto la riverisce) invocassi.
A questo fine sono a pregare la di
Lei carità voler all’altare della Santa celebrare una Messa, procurando che
almeno due Suore facciano colà la S. Comunione.
Godo intendere dalla pregiatissima
sua che le cose riguardanti le Suore di costì camminano bene, ma non sono però
persuasa che la Bettina4 sia
sì prestamente ammessa alla professione. Dessa è troppo giovinetta.
Io sono restata poco contenta di Lei,
riguardo alla - 437 -
Camerlenga,5
perché doveva qui tenerla per mezzo della santa obbedienza; così quell’anima
benedetta si sarebbe accresciuti i meriti, glorificando Iddio colla salute,
consolando in pari tempo le sue Religiose sorelle, le quali spero conforterà
dal Paradiso.
Io mi farò dovere di scrivere al Sig.
Professore Monteventi,6 e
ciò sarà domani, se il Signore mi concederà di poterlo fare.
Godo tanto che la sua famiglia stia
bene, ed io conservo ancora il rincrescimento di non aver veduto la sua cara
Mamma7 prima della mia
partenza, ma ho la lusinga di rivederla un’altra volta in questo esilio.
La mia Mamma8 continua la sua malattia, perciò non so cosa farà il
buon Gesù.
Ho sentito con grande consolazione l’accrescimento
dei drappelli e l’aumentato numero delle fanciulle sorvegliate.
Benediciamo Iddio, il quale ringrazierò per la tanta forza che dona sì a Lei che
ai suoi ben degni Cooperatori, cioè quella lena indefessa di prestarsi a
beneficio del suo gregge.
Io prego la sua bontà volermi a loro
rispettosa ricordare; così mi farà cosa grata ricordarmi alle Cooperatrici
tutte, in particolare colle Pierantonie.
Lascio, per non abusare di Lei,
assicurandola ch’io non saprò mai dimenticarmi delle tante obbligazioni con
tutti loro contratte.
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Piena di estimazione, Le
bacio la sacra mano, ed avendo l’opportunità mi farà grazia baciare per me il
Sacro Anello all’Eminentissimo Arcivescovo9
di costì, ch’io lo farò per Lei coll’ottimo nostro Cardinale10
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Serva
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il giorno 2 xbre 1842
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do
Sig. D. Giovanni Giuseppe Monari
Zelantissimo Priore nella Parrocchia
della Maddalena
Bologna
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