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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • VOLUME IV. LETTERE (1841-1842)
    • LETTERE 1842. 15 gennaio – 29 dicembre. nn. 618–677.
      • 650
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650

 

I. R. Delegazione Provinciale,1

 

La sottoscritta si sarebbe fatta dovere di rassegnare prima d’ora il Prospetto dell’anno scolastico 1841 e 42 sull’andamento di questo Istituto,2 ma credeva opportuno che il Superiore3 dello stesso dovesse accompagnarlo, ed essendo egli da vari giorni obbligato a letto per malattia, ha fino a questo punto protratto, ma ricevuto il nuovo eccitamento da cotesta Regia Cesarea Delegazione, si fa ella dovere trasmetterle il Prospetto dimandato; inoltre spera di essere compatita se, per la ragione sopra indicata, non ha prima eseguito quanto doveva. Coglie pure quest’occasione, per novellamente raccomandare alla bontà dei componenti cotesta benigna Delegazione l’affare dei lavori del Civico Ospitale4 di questa Città.


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Nella lusinga di essere favorita, rispettosa e gratissima si segna

                                                  Umilissima Serva

                                     Suor M. Rachele Guardini

                                    Superiora dell’Istituto di S. Dorotea

 

Venezia il giorno 4 xbre 1842

 

All’I. R. Delegazione Provinciale di Venezia

 

 





1 ASDR, reg. III, p. 15; «Abbozzi delle tabelle statistiche», cit., 1841-1842, [f. 2].



2 Il «Prospetto» è riportato in «Abbozzi delle tabelle statistiche», 1841-1842. Circa lo «Stato in cui si trova l’IstitutoDescrizione della sua prosperità o decremento» si annota: «Il Signore continua a benedire questo Istituto e non si può dello stesso esaminarne i progressi, senza vedere Dio proteggitore; anche quest’anno il numero delle maestre si accrebbe, le quali si prestano a beneficio della società, ed evvi otto novizie, che danno buone speranze; anche osservando l’economia, possiamo ringraziare Iddio, avendo pur quest’anno potuto continuare l’accomodamento della casa nonché della Chiesa, senza far niun debito, anzi contando un sopravanzo».



3 Mons. Balbi.



4 Cf. lett. nn. 652, 653.






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