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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Eminenza Reverendissima,1
Fino dal giorno 21 agosto decorso la
Carità Vostra Eminentissima segnò una lettera pei Nobili fratelli Giacomo e
Luigi Giustinian di Padova, nella quale impose che pagassero a questo povero
Istituto 100 L. A.; ma Dio molte volte si compiace far prova delle sue
creature, perciò lo tenne a me nascosto fino alla giornata di ieri, affinché più
caro mi riuscisse un tal beneficio.
Difatti ritornata all’Istituto, dopo
aver esaurita la seconda missione avuta dallo zelante Fondatore nostro, nonché
dal caritativo Monsignor Balbi deputato dall’Eminenza Vostra per nostro
Superiore, Dio volle in qualche maniera mostrarci l’aggradimento suo, in
visitandomi novellamente colla malattia dei miei poveri occhi; e sembrava
dovesse avere un lungo corso, quando la misericordia sua me ne liberò,
procurandomi altra tribolazione, e tale chiamo, attese le circostanze mie.
Il lavoro dell’Ospitale Civico2 che davami un buon mezzo per
occupare le fanciulle della scuola esterna, nonché gl’individui interni che non
possono applicarsi ai lavori fini, mi venne tolto all’improvviso; cosa che mi
rincrebbe molto, pure adorai la volontà del Signore; ma siccome sopra
l’accennato lavoro mi caricai di quattro povere fanciulle, così qualche
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volta inviavo mie preghiere al Signore; acciò mi concedesse di
poterle soccorrere, senza essere necessitata ad allontanarle, affine di non
esporle a perdersi l’anima.
Ieri pure per questo motivo ho
pregato, quando meravigliosamente mi sono veduta, per mezzo di Vostra Carità,
sovvenuta dal buon Gesù.
Io sento viva la gratitudine ed in pari
tempo confusione, riconoscendomi immeritevole di questo nuovo tratto di
provvidenza.
Noi non lasciamo passar giorno, senza
pregare il misericordioso Iddio per Vostra Eminenza, ma più lo facciamo in
questi santi giorni, affinché La ricolmi nelle prossime Sante Feste d’ogni
felicità.
Tutte le mie carissime figlie meco si
uniscono a baciare a Vostra Eminenza il Sacro Anello, mentre La preghiamo della
carità di benedirci, e si dà l’onore di segnarsi la più infima quale io sono
Ossequios.ma
Dev.ma Obbl.ma
Serva
ed indegnissima Figlia
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia li 6 xbre 1842
A Sua Eminenza
L’Eminentissimo Cardinale Jacopo
Monico
Patriarca di Venezia
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