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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Mia Dilettissima,1
Ho molte volte desiderato di
scrivervi, ma siccome il Signore mi tiene spesso visitata con dolori nei miei
poveri occhi, così ho sempre protratto.
Dirovvi anche di aver sperato di
vedervi nel mese di 8bre, ma il suindicato motivo mi tolse il mezzo di
effettuare la mia brama, perché lungo il viaggio della Valle Camonica, ove fui
per condurre colà tre delle mie figlie,2
mi assalì, per la forza dei dolori, la febbre, per cui sono stata necessitata
sollecitare il mio ritorno nell’Istituto, affine di curarmi.
Difatti tosto che qui giunsi, anzi lo
stesso giorno, dovettero applicarmi molte mignatte, le quali mi si ripeterono
altre cinque volte con due abbondanti emissioni di sangue.
Ora piace al buon Gesù, che tanto
ringrazio, che meglio mi trovi, perciò godo trattenermi con voi, mia carissima,
onde chiedervi come state, ed anche come si trovano i vostri cari fratelli,3 ai quali favorirete lasciar
sentire i miei affettuosi doveri. Gli augurerete ogni benedizione, sì per le
prossime Sante Feste che pel novello anno.
Io prego l’amabilissimo Gesù a
scendere sopra di voi e su di loro con ogni benedizione. Oh! mia dilettissima
sorella, non vi scordate, per carità, di chiedere qualche cosa per me
all’amabilissimo Gesù, e particolarmente dimandategli quella perfetta
uniformità, che mi è tanto necessaria, onde adempire possa sempre
l’amabilissima sua volontà; ed io v’assicuro - 466 -
che, quantunque
indegnissima, non mi scordo il tanto compatimento che meco aveste.
Dirovvi pure che in agosto
accompagnai le Suore a Bologna,4 dove il giorno 18 dello stesso mese ho
avuto la consolazione di veder riunite tutte le Cooperatrici e fanciulle della
Parrocchia di S. Maria Maddalena, le quali onoravano la S. Protettrice loro
ch’è S. Filomena, ed erano in numero di 700, cinquecento delle quali
s’accostarono alla Santa Comunione.
In S. Isaia pure ho visitato più di
duecento fanciulle, senza le Cooperatrici loro; ed ora mi si scrive che altre
Parrocchie hanno abbracciato la Pia Opera.
Benediciamo, mia cara, il buon Gesù,
che di questo mezzo si serve per trarre la sua gloria.
In quella città ho visitato la gran
Santa Catterina, ch’io chiamo continuamente prodigio; dessa da 400 anni si sta
sopra una sedia, come persona vivente, senza niun appoggio.
Presso la stessa mi sono ricordata di
tutte quelle persone con le quali io tengo amicizia e doveri, tra le quali una
siete voi, e la vostra famiglia.
Lascio, mia dilettissima, perché sono
stanca, e vi pongo vicino alla grotta, dove tra brevi momenti adoreremo
l’Infante Gesù, in compagnia dei fortunati pastori.
La vostra in G.C.
Aff.ma Sorella
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.
Dorotea
Venezia il giorno 17 xbre 1842
Alla Stimatissima Signora
La Sig.ra
Antonia Zanzotti – Trento
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