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3. Risultati
della saggia direzione.
I buoni frutti non tardarono a
maturare. È un crescendo continuo, che emerge dalle lettere di Madre Rachele.
Già nel settembre del 1838, don
Luca, in una improvvisa visita alla casa di Venezia, «restò molto contento ed ammirò l’opera del Signore, che si
manifesta in questa riformazione».46
Alla fine di quello stesso mese,
Madre Rachele comunicò al Farina: «Qui
le cose si mettono bene e spero che alla di Lei venuta saranno maggiormente
ordinate».47
I successi vennero registrati con
soddisfazione anche a Vicenza. Poco dopo l’apertura della casa di Venezia, si
annotò: «Le cose adunque procedevano
con buon ordine, e con soddisfazione a Venezia. Parea che ciò volesse dir
molto, perché Venezia era Città di grande rilievo al nostro intento. E poi
quelle persone che prendevano interesse potevano assai presso tutti, e non v’è
dubbio che, qualora un motivo si fosse porto, avrebbe potuto siffattamente
coadiuvare che nulla più».48
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Il Farina, recatosi a
Venezia nell’ottobre del 1838, costatò di persona i progressi, che la nuova
casa aveva fatto in appena due mesi. Egli attesta: «Abbiam visto la nostra casa Figliale in campo S. Andrea ben
disposta veramente, quantunque nella riforma non si potessero schivare i soliti
inconvenienti per qualcheduna. Ma la brava Rachele sorpassa tutto, ed in breve
avrà ridotto un Istituto formale».49
Nel dicembre 1838 Madre Rachele
comunicò alla Madre Olivieri: «Van
migliorando le cose»; e al Farina
nel mese successivo: «Qui le cose
continuano a progredire bene».50
I progressi proseguirono nel 1839 e
i superiori ne erano «contentissimi».51
Il 2 febbraio don Luca da Venezia informò
il Farina: «Qui le cose sono sopra
modo benedette. Si vede l’opera del Signore. La Rachele non può far meglio.
Siane benedetto il Signore».52
Nel mese di luglio Madre Rachele
assicura don Luca del grande cambiamento avvenuto nell’Istituto: le educande
sono divenute agnelli e le suore molto più osservanti delle Regole.53
È significativa la testimonianza di
don Marco. Dopo il corso di esercizi predicato alle suore di Venezia, egli
scrisse al - 130 -
Farina: «Non le
posso dire lo stato di beatitudine in cui sono […] quelle di Venezia […]. Sono,
grazie a Dio, stabilite nella pace la più perfetta e animate di ottimo spirito».54
Ne troviamo conferma nella lettera
inviata da Madre Rachele a don Marco alcuni giorni dopo: «Noi godiamo un anticipato paradiso, per
la bella concordia che vi è nell’Istituto nostro. Molte mi dicono che sembra
loro di essere nella regione dei beati, persuase che in terra tanto difficile
sia il godere di così bella pace».55
Alla Frassinetti chiede di
ringraziare Dio «per la grazia che
ci concede dell’unione dei cuori: beneficio da me tenuto
il maggiore di tutti, perché nella santa dilezione dell’amore
più facilmente si può operare ed anche vincere le tentazioni».56
I progressi delle suore e delle
ragazze erano un motivo di conforto per Madre Rachele e le rendevano meno
gravoso il peso dell’ufficio.57
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