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88. Relazione
di don Monari all’arciv. di Bologna Card. Oppizzoni.1
Eminenza Reverendissima,
Pochi giorni sono, che recatomi dal
R.do Parroco di S. Isaia,2 confidommi le dimande
che V. E. R.ma nell’ultimo colloquio tenuto col
med.o in unione di D. Camillo Breventani a lui fece intorno
all’Istituto di S. Dorotea, e com’egli rimanesse imbarazzato a rispondere.
Quindi pregommi, e come amicissimo del Conte D.
Luca Passi, e come impegnatissimo per lo stabilimento
della Pia Opera di S. Dorotea, della quale con evidenza
veggo i vantaggi, a fare una esatta relazione all’E.V. di
ciò, che si è fin qui ottenuto dall’esperimento accordato
con Ven. Decreto dei 20 Febbraro 1841,3 del quale si unisce copia
fedele.
Pertanto nella mia qualità unicamente
d’informato delle cose, perché, debole qual sono, ho prestato un qualche aiuto
al mio buon Confratello Par.co di S. Isaia, eccomi ad
aderire al desiderio di quell’ottimo Vecchio, e più poi a soddisfare, per
quanto mi sarà dato, alle ben giuste ricerche dell’E.V.
R.ma.
Sino dal giorno dell’approvazione
anzidetta il Conte Passi di concerto col R.do Parroco
Negri, e me presente, scelse quelle delle Maestre di S. Pellegrino, che già da
vari anni vivevano unite e ritirate coi Voti semplici e privati di Terziarie
Domenicane nella Casa in Via S. Isaia N. 521 fra la Chiesa
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Parr.le e l’Oratorio, le quali sono, Rosa Donini, Cattarina Comellini, Maria
Baroni, Luigia Nucci, Rosa Notari, Rita Cervi, Elisabetta
Bragaglia, e ritrovatele contentissime ed ubbidientissime, dichiarolle in
istato di probazione e come di noviziato per lo stabilimento
dell’Istituto.4
Intanto ci siam posti a procurare
qualche mezzo per mandarne due a Venezia nella Casa Centrale.5 Infatti
sul finire dell’anno 1841 si trovò persona benefattrice che si esibì per le
spese dei viaggi, e il benemerito Sig. Marchese Persichelli prestossi al
mantenimento, sicché il primo giorno del cad.e 1842
partirono col Conte Passi med.o per Venezia la Luigia Nucci e la Rosa Notari come quelle che presentavano le migliori
disposizioni a riescire, e che per essere giovani ancora e robustissime meglio
potevansi esporre alle fatiche del viaggio e alla novità della vita.
Mentrecché queste due in Venezia
sotto la vigilanza dell’E.mo e R.mo
Sig. Card.le Patriarca Jacopo Monico, e colla direzione del
R.mo Suo Mons. Vic.o
Gen.le Conte Roberto Balbi Superiore dell’Istituto,
approfittavano con piena soddisfazione degli ammaestramenti, le altre rimaste
in Bologna sotto la condotta del Parroco di S. Isaia loro Confessore, e con
qualche discorso che io stesso ho loro fatto intorno allo spirito ed importanza
dell’Istituto, si venivano a meraviglia disponendo per imprendere presto la
prova delle loro funzioni nella Pia Opera di S. Dorotea.
Li 7 Settembre scorso tornarono da
Venezia in unione del Conte Passi, della Superiora Suor M.a
Rachele Guardini e sua compagna,6 le due Bolognesi per rimettersi in
seno alle - 535 -
lor Consorelle, e così unite incominciare di fatto
l’esperimento.
Nell’istesso giorno il Co. Passi
presentò a V. E. R.ma la Superiora colla sua Compagna, ed
espose il motivo per cui eran venute in Bologna, per incominciare cioè la prova
loro accordata li 20 febbraro 1841 di stabilire l’Istituto delle Maestre di S.
Dorotea.
Degnossi l’E. V.
R.ma accoglierle con dimostrazioni di paterno affetto,
sicché incoraggite si posero con maggior fervore ed impegno all’Opera
benedetta.
Fatte pertanto le debite prove della
capacità, e dello spirito di tutte le unite, furono giudicate dal Conte Passi,
dal Parroco di S. Isaia, e dalla Superiora atte a fare i semplici temporanei
loro voti per l’Istituto di S. Dorotea, la Rosa
Donini più anziana, la Cattarina
Comellini, la Maria Baroni, e la Rosa Notari (la Luigia Nucci li aveva
fatti a Venezia) e conseguentemente li fecero in privato nel loro Oratorio il
giorno 14 Settembre stesso, rimanendo ancora in istato di probazione le due più
giovanette.
Da questo punto han cominciato a
prender la cura della Pia Opera già stabilita da sei anni nella
Parr.a di S. Isaia, e nella mia di S. M.a
Maddalena, e sin d’ora la loro influenza sulle Sorvegliatrici ed Assistenti dei
diversi drappelli di fanciulle, ha operato un notabile aumento di spirito
caritatevole verso le povere ragazzette, e abbiamo tutto il fondamento di
sperare sempre maggiori vantaggi.
Desse sono incaricate di tenere
regolarmente i Registri della Pia Opera, di assistere almeno in due alle
Congregazioni mensili delle Operarie, di tenerle animate nella cura amorevole
delle fanciulle, e di prestarsi per l’istruzione Cristiana, il che hanno
intrapreso con ottimo risultamento ed edificazione.
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La più anziana Rosa Donini
che ha qualche mezzo, e anche prima dello sperimentale impianto teneva raccolte
presso di sé le altre nominate, segue con tutto l’impegno a dirigere la Casa, e
concorrono al mantenimento rispettivo col lavoro delle lor mani a modo che se
la passano sufficientemente bene assistendole in particolare maniera la
provvidenza.
Ecco intanto E.
R.ma l’esatta relazione di quanto sino ad ora si è ottenuto
e giacché il R.do Parroco di S. Isaia me ne ha incaricato,
io mi farò un dovere di tutto riferire di mano in mano, perché qual benemerito
Superiore sia di tutto informato non solo, ma ci diriga colla saviezza dei Suoi
venerati consigli e comandi, onde possa anche fra noi fiorire una piccola
Istituzione sì, ma di incalcolabile utilità, che ha fatto e fa ricordare
ovunque è stabilita, ed ora anche in Roma,7 che infirma mundi elegit Deus, ut fortia quoque confundat,8 e
come in una delle ultime Lettere Encicliche nell’alta Sua Sapienza, il regnante
Sommo Pontefice Gregorio XVI ben a ragione abbia impreso a lodare lo spirito
dei nascenti Femminili Istituti.
Ho l’onore di prostrarmi ossequioso
al bacio della Sacra Porpora, e di sottosegnarmi con tutta la venerazione
dell’E. V.
R.ma
U.mo
D.mo ed Obb.mo Servo
GIUS.E Monari Parr.
P.a S. M. Maddalena
S. M.a Maddalena
20 Decembre 1842
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