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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • VOLUME IV. LETTERE (1841-1842)
    • DOCUMENTI 1841-1842. nn. 60–88.
      • 88. Relazione di don Monari all’arciv. di Bologna Card. Oppizzoni.
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88. Relazione di don Monari all’arciv. di Bologna Card. Oppizzoni.1

 

Eminenza Reverendissima,

Pochi giorni sono, che recatomi dal R.do Parroco di S. Isaia,2 confidommi le dimande che V. E. R.ma nell’ultimo colloquio tenuto col med.o in unione di D. Camillo Breventani a lui fece intorno all’Istituto di S. Dorotea, e com’egli rimanesse imbarazzato a rispondere.

Quindi pregommi, e come amicissimo del Conte D. Luca Passi, e come impegnatissimo per lo stabilimento della Pia Opera di S. Dorotea, della quale con evidenza veggo i vantaggi, a fare una esatta relazione all’E.V. di ciò, che si è fin qui ottenuto dall’esperimento accordato con Ven. Decreto dei 20 Febbraro 1841,3 del quale si unisce copia fedele.

Pertanto nella mia qualità unicamente d’informato delle cose, perché, debole qual sono, ho prestato un qualche aiuto al mio buon Confratello Par.co di S. Isaia, eccomi ad aderire al desiderio di quell’ottimo Vecchio, e più poi a soddisfare, per quanto mi sarà dato, alle ben giuste ricerche dell’E.V. R.ma.

Sino dal giorno dell’approvazione anzidetta il Conte Passi di concerto col R.do Parroco Negri, e me presente, scelse quelle delle Maestre di S. Pellegrino, che già da vari anni vivevano unite e ritirate coi Voti semplici e privati di Terziarie Domenicane nella Casa in Via S. Isaia N. 521 fra la Chiesa


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Parr.le e l’Oratorio, le quali sono, Rosa Donini, Cattarina Comellini, Maria Baroni, Luigia Nucci, Rosa Notari, Rita Cervi, Elisabetta Bragaglia, e ritrovatele contentissime ed ubbidientissime, dichiarolle in istato di probazione e come di noviziato per lo stabilimento dell’Istituto.4

Intanto ci siam posti a procurare qualche mezzo per mandarne due a Venezia nella Casa Centrale.5 Infatti sul finire dell’anno 1841 si trovò persona benefattrice che si esibì per le spese dei viaggi, e il benemerito Sig. Marchese Persichelli prestossi al mantenimento, sicché il primo giorno del cad.e 1842 partirono col Conte Passi med.o per Venezia la Luigia Nucci e la Rosa Notari come quelle che presentavano le migliori disposizioni a riescire, e che per essere giovani ancora e robustissime meglio potevansi esporre alle fatiche del viaggio e alla novità della vita.

Mentrecché queste due in Venezia sotto la vigilanza dell’E.mo e R.mo Sig. Card.le Patriarca Jacopo Monico, e colla direzione del R.mo Suo Mons. Vic.o Gen.le Conte Roberto Balbi Superiore dell’Istituto, approfittavano con piena soddisfazione degli ammaestramenti, le altre rimaste in Bologna sotto la condotta del Parroco di S. Isaia loro Confessore, e con qualche discorso che io stesso ho loro fatto intorno allo spirito ed importanza dell’Istituto, si venivano a meraviglia disponendo per imprendere presto la prova delle loro funzioni nella Pia Opera di S. Dorotea.

Li 7 Settembre scorso tornarono da Venezia in unione del Conte Passi, della Superiora Suor M.a Rachele Guardini e sua compagna,6 le due Bolognesi per rimettersi in seno alle


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lor Consorelle, e così unite incominciare di fatto l’esperimento.

Nell’istesso giorno il Co. Passi presentò a V. E. R.ma la Superiora colla sua Compagna, ed espose il motivo per cui eran venute in Bologna, per incominciare cioè la prova loro accordata li 20 febbraro 1841 di stabilire l’Istituto delle Maestre di S. Dorotea.

Degnossi l’E. V. R.ma accoglierle con dimostrazioni di paterno affetto, sicché incoraggite si posero con maggior fervore ed impegno all’Opera benedetta.

Fatte pertanto le debite prove della capacità, e dello spirito di tutte le unite, furono giudicate dal Conte Passi, dal Parroco di S. Isaia, e dalla Superiora atte a fare i semplici temporanei loro voti per l’Istituto di S. Dorotea, la Rosa Donini più anziana, la Cattarina Comellini, la Maria Baroni, e la Rosa Notari (la Luigia Nucci li aveva fatti a Venezia) e conseguentemente li fecero in privato nel loro Oratorio il giorno 14 Settembre stesso, rimanendo ancora in istato di probazione le due più giovanette.

Da questo punto han cominciato a prender la cura della Pia Opera già stabilita da sei anni nella Parr.a di S. Isaia, e nella mia di S. M.a Maddalena, e sin d’ora la loro influenza sulle Sorvegliatrici ed Assistenti dei diversi drappelli di fanciulle, ha operato un notabile aumento di spirito caritatevole verso le povere ragazzette, e abbiamo tutto il fondamento di sperare sempre maggiori vantaggi.

Desse sono incaricate di tenere regolarmente i Registri della Pia Opera, di assistere almeno in due alle Congregazioni mensili delle Operarie, di tenerle animate nella cura amorevole delle fanciulle, e di prestarsi per l’istruzione Cristiana, il che hanno intrapreso con ottimo risultamento ed edificazione.


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La più anziana Rosa Donini che ha qualche mezzo, e anche prima dello sperimentale impianto teneva raccolte presso di sé le altre nominate, segue con tutto l’impegno a dirigere la Casa, e concorrono al mantenimento rispettivo col lavoro delle lor mani a modo che se la passano sufficientemente bene assistendole in particolare maniera la provvidenza.

Ecco intanto E. R.ma l’esatta relazione di quanto sino ad ora si è ottenuto e giacché il R.do Parroco di S. Isaia me ne ha incaricato, io mi farò un dovere di tutto riferire di mano in mano, perché qual benemerito Superiore sia di tutto informato non solo, ma ci diriga colla saviezza dei Suoi venerati consigli e comandi, onde possa anche fra noi fiorire una piccola Istituzione sì, ma di incalcolabile utilità, che ha fatto e fa ricordare ovunque è stabilita, ed ora anche in Roma,7 che infirma mundi elegit Deus, ut fortia quoque confundat,8 e come in una delle ultime Lettere Encicliche nell’alta Sua Sapienza, il regnante Sommo Pontefice Gregorio XVI ben a ragione abbia impreso a lodare lo spirito dei nascenti Femminili Istituti.

Ho l’onore di prostrarmi ossequioso al bacio della Sacra Porpora, e di sottosegnarmi con tutta la venerazione

                         dell’E. V. R.ma

U.mo D.mo ed Obb.mo Servo

GIUS.E Monari Parr. P.a S. M. Maddalena

 

S. M.a Maddalena 20 Decembre 1842

 

 

 

 




1 AGAB, Cancelleria Ecclesiastica, cartone 264, a. 1841, tit. , fasc. 4.



2 Don Giacomo Negri.



3 Cf. doc. n. 60.



4 Cf. lett. nn. 469, nota 5; 474.



5 Cf. lett. nn. 474, 477, 478.



6 Suor Maria Rosa Sanfermo.



7 Cf. lett. nn. 531, nota 2; 547, 588, ecc.



8  1 Cor. 1, 27.




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