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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Ieri
giunsemi la pregiatissima sua, segnata da Lei nella giornata due corrente. Mi
ha rallegrato l’intendere la sua venuta, ma con dispiacere ho sentito la
disposizione ch’Ella fece per la povera Veronica.2
Non è mica
immaginazione nostra il dire che alla stessa riesce dannosa quell’aria, ma la
Cocchetti ciò scrisse a Monsignor nostro Superiore, per ordine medico.3
Dietro
questo, qui prendemmo consiglio, e ci rispose il chirurgo che, lasciandola
colà, potrà essere nuovamente assalita dall’infiammazione di cervello
minacciata, senza speranza di più ricuperarla.
Ella, caro
Padre, può adunque persuadersi ch’io non sono contenta dell’operato, per cui
esercitar debbo degli atti molti di rassegnazione, affine di farne uno solo di
bene. Mi si presenta la miseria della stessa, e basta per abbattermi, perciò
prego la sua carità ottenerci dal buon Gesù la necessaria fortezza.
Veniamo alla
nostra Santa Dorotea, nella quale troverà maggior contento l’anima sua. Oggi è
stata solennizzata la sua festa con gran decoro; abbiamo avuto 18 Messe, tra
queste s’intende la cantata da Monsignor Gidini.
Un dotto
Sacerdote ha fatto l’orazione panegirica in onore della nostra Santa, ch’è
stata veramente bella.
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Dopo
il pranzo, cantarono il vespro solennemente, indi esposero il Santissimo
Sacramento.
S’Ella fosse
stata presente, avrebbe veduto nel nostro Oratorio un piccolo paradiso. Tutto
eccitava divozione, anche il nuovo conopeo è riuscito bellissimo, forse più
bello del bianco.
Le dirò
anche d’aver speso tutti i denari del Sig. Polti Petazzi4 in una pianeta rossa da festa.
Sua Eminenza5 ieri mi scrisse una bellissima lettera, nella
quale mostrava la sua soddisfazione pel Prospetto della Pia Opera ed anche per
un presente che gli ho fatto d’un quadretto qui lavorato dalle mie figlie,
rappresentante S. Dorotea e la Madonna col diletto suo Figlio,6
ed esponeva il suo rincrescimento per non poter venire a celebrare.
Anche il
Conte Dietrichstein scrissemi che Sua Maestà l’Imperatrice7 accolse con somma soddisfazione le nuove dei
progressi, che va facendo l’Istituto, e desidera si estenda per ogni dove.
Continuerei,
ma i miei occhi dicono basta. Rispettosa, Le bacio la sacra mano, pregandola di
presentarmi doverosa con tutti della rispettabile sua Famiglia
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto
di S. Dorotea – Venezia il 6 Febbraio 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Luca Passi – Bergamo
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