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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Mi lusingo
che il suo viaggio sia stato buono, ed io ne ringrazio di cuore il buon Gesù e
Lo prego di scendere sopra Ella con particolari benefizi, affinché venga con
tal modo, almeno in parte, compensata di tutto ciò che fa per questa povera
Comunità, e perciò tutte tutte meco si uniscono a fare quanto sopra detto.
Tosto
ch’Ella è di qui partita, mi venne l’avviso che Sua Altezza,2 il giorno seguente, avrebbe onorato il nostro
Istituto con una sua visita. Noi ci siamo disposte a questo ricevimento colla
maggior tranquillità.
La ragazza
Gambara imparò un sonetto ed offeriva in quello un mazzolino di fiori a Sua
Altezza, pregandolo a nome di tutte le sue compagne di guardare con occhio
benigno la scuola.
Egli accettò
i fiori, e si fece ad esaminare i lavori ed anche i libri di studio.
La
Mariannina gli ha recitato il fatto di Giona. Indi si è piegato, per
interrogare la Cristinetta, ch’erasi genuflessa, il perché portava un libro
pendente dal capo. Accusò dessa la sua negligenza nello studio, facendogli
promessa di voler in avvenire operare diversamente, perciò fu assolta.
Lo stesso
successe della piccola Giudittina, che aveva il cartellino agli occhi, affine
di non lasciarli vagare in Chiesa.
La Bulgheri
pure, ch’era sigillata sopra la scranna, promise di far bene.
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Per
l’allegrezza, chiesero di recitargli una piccola composizione diverbiale sul
giglio, la violetta e la rosa, figuranti la purità, umiltà e carità.
Ei la
godette. Ha pur visitato tutti i registri, ch’erano apparecchiati col Prospetto
della Pia Opera nella camera da ricevimento, e si compiacque far molte dimande,
alle quali facea risposta qualche volta il mio buon Pare,3 ed altra io.
Nella scuola
esterna è entrato due volte, dicendomi poi queste parole ch’era molto consolato
di averci visitate, avendo trovato un grande ordine ed una straordinaria
mondezza.
Mi ha pur
animata ad aspettarmi dal buon Gesù grandi benedizioni, dicendo: questa
Istituzione giova, ma negli anni avvenire si vedrà meglio il bene che fa.
Riguardo a
Castello4
nulla ho lasciato di dirgli, ma molto più dissi col suo Maggiordomo, ch’era
beato.
Ella riceva
i più affettuosi saluti dell’ottimo Principe ed anche del Signor Costa,5 e voglia, per carità, ottenerci dal buon Gesù
quello che abbisogniamo per corrispondere ai molti benefici, ch’Egli ci usa.
Piena di
stima e rispetto, le bacio la sacra mano, pregandola di benedirmi
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Serva e Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia il 19
Febbraio 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Luca Passi
Missionario Apostolico ed Oratore Quaresimalista
– Firenze
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