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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1843. 2 gennaio – 29 dicembre. nn. 678–800.
      • 706
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Mi lusingo che il suo viaggio sia stato buono, ed io ne ringrazio di cuore il buon Gesù e Lo prego di scendere sopra Ella con particolari benefizi, affinché venga con tal modo, almeno in parte, compensata di tutto ciò che fa per questa povera Comunità, e perciò tutte tutte meco si uniscono a fare quanto sopra detto.

Tosto ch’Ella è di qui partita, mi venne l’avviso che Sua Altezza,2 il giorno seguente, avrebbe onorato il nostro Istituto con una sua visita. Noi ci siamo disposte a questo ricevimento colla maggior tranquillità.

La ragazza Gambara imparò un sonetto ed offeriva in quello un mazzolino di fiori a Sua Altezza, pregandolo a nome di tutte le sue compagne di guardare con occhio benigno la scuola.

Egli accettò i fiori, e si fece ad esaminare i lavori ed anche i libri di studio.

La Mariannina gli ha recitato il fatto di Giona. Indi si è piegato, per interrogare la Cristinetta, ch’erasi genuflessa, il perché portava un libro pendente dal capo. Accusò dessa la sua negligenza nello studio, facendogli promessa di voler in avvenire operare diversamente, perciò fu assolta.

Lo stesso successe della piccola Giudittina, che aveva il cartellino agli occhi, affine di non lasciarli vagare in Chiesa.

La Bulgheri pure, ch’era sigillata sopra la scranna, promise di far bene.


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Per l’allegrezza, chiesero di recitargli una piccola composizione diverbiale sul giglio, la violetta e la rosa, figuranti la purità, umiltà e carità.

Ei la godette. Ha pur visitato tutti i registri, ch’erano apparecchiati col Prospetto della Pia Opera nella camera da ricevimento, e si compiacque far molte dimande, alle quali facea risposta qualche volta il mio buon Pare,3 ed altra io.

Nella scuola esterna è entrato due volte, dicendomi poi queste parole ch’era molto consolato di averci visitate, avendo trovato un grande ordine ed una straordinaria mondezza.

Mi ha pur animata ad aspettarmi dal buon Gesù grandi benedizioni, dicendo: questa Istituzione giova, ma negli anni avvenire si vedrà meglio il bene che fa.

Riguardo a Castello4 nulla ho lasciato di dirgli, ma molto più dissi col suo Maggiordomo, ch’era beato.

Ella riceva i più affettuosi saluti dell’ottimo Principe ed anche del Signor Costa,5 e voglia, per carità, ottenerci dal buon Gesù quello che abbisogniamo per corrispondere ai molti benefici, ch’Egli ci usa.

Piena di stima e rispetto, le bacio la sacra mano, pregandola di benedirmi

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva e Figlia

                            Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. DoroteaVenezia il 19 Febbraio 1843

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi

Missionario Apostolico ed Oratore QuaresimalistaFirenze




1 ASDR, reg. III, pp. 47-48.



2 Rainieri: cf. lett. nn. 703, 705.



3 Mons. Balbi.



4 Cf. lett. nn. 712, 816.



5 Giovanni Girolamo.






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