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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Mie Dilettissime,1 Eccomi a rispondere ad ognuna in particolare ai vostri scritti,2 perciò mi unisco colla Suor Catterina,3 per ringraziare il nostro buon Gesù che le porge aiuto a vincere la contrarietà, che le era predominante, e la ricorderò nelle mie orazioni, pregandole che abbia ad essere sempre più pronta e fedele alla divina grazia; ma si ricordi la stessa di non cessare di pregare, perché il nemico la disturberà di nuovo. Raccomando a Suor Maria4 la pazienza nei lavori, virtù che dev’essere praticata in ogni cosa che riesce pesante e non è conforme alla nostra inclinazione, perché chi non sa vincersi ad esercitarla nelle piccole occasioni, che sarà mai nelle grandi? Si ricordi la stessa quello dice il gran Sales: «non avrà occupazione qualunque, che possa distrarre, quando la creatura si tiene alla presenza di Dio». Suor Luigia,5 egli è pur vero ch’è assai dolce il servire al caro nostro sposo Gesù, e se tanto è soave il seguirlo quaggiù, che sarà poi il possederlo per tutta l’eternità? Se vi trovate priva di virtù, prevaletevi di ogni mezzo, che conduce all’acquisto di quella specialmente che mantiene la tranquillità nelle contraddizioni, colla presenza di Dio, e soprattutto vi raccomando la rettitudine d’intenzione. Suor Rosa6 dev’essere particolarmente grata a Dio della grazia appunto che il buon Gesù le ha usata di accoglierla fra le sue spose; procuri, adunque, che le sue azioni lo dimostrino; così facendo, seguirà il Divino Agnello qui in terra ed avrà la sorte di seguirlo anche in cielo, com’Egli ci ha promesso. Raccomando caldamente a Suor Rita7 che adempisca le sue obbedienze, col fine unico di piacer a Dio, segregando affatto ogni altro fine, mentre non dovremmo ardire presentarle a Sua Divina Maestà, quando corrotte fossero da altra intenzione, ovvero fatte per usanza; si tenga adunque sempre presente che dobbiamo operare non per il gusto ed inclinazione nostra, ma puramente per Iddio. Desidero molto che Suor Elisabetta8 si mantenga sempre nel suo cuore la dolce presenza di Dio, chiamata dai Maestri di spirito il fondamento della vita spirituale. Effettuando questa, l’anima viene liberata dai peccati e stimolata alla pratica delle virtù ed all’unione con Gesù nostro caro Sposo. Godo che voi Clementa9 vi troviate contenta della carità e zelo di cotesta vostra degnissima Superiora;10 prevaletevi adunque dei suoi buoni esempi, altrimenti ne dovrete render conto a Dio di non averne approfittato, e se la medesima vi fa negare la vostra volontà, ringraziatene il Signore, perché non si può chiamar virtuosa quell’anima, che fa la sua volontà, anzi questa si avvia alla perdizione. Insomma, tutte, o care, vi lascio nel Sacro Cuor di Gesù. Lui solo amiamo, per Lui solo viviamo, e pregatelo anche per me la Vostra Aff.ma Madre in G.C.
Venezia il giorno 28 Maggio 1843
Alle mie Dilettissime in G.C. in Bologna
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1 ASDR, reg. III, pp. 59-60. 2 Madre Rachele si era lamentata che le suore di Bologna non le davano informazioni della loro vita (cf. lett. n. 712). 3 Comellini. 4 Baroni. 5 Nucci. 6 Notari. 7 Cervi. 8 Bragaglia. Era ancora novizia; fece la professione nel 1844: cf. lett. n. 769. 9 Zecchi, nata a Bologna il 29-1-1819 da Antonio e Teresa Rizzoli, entrò nell’Istituto a Bologna il 23-1-1843 e vestì l’abito religioso nel 1844: cf. lett. n. 769. 10 Rosa Donini. |
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