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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1843. 2 gennaio – 29 dicembre. nn. 678–800.
      • 735
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735

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Al più presto mi farò piacere di lasciar sentire alla Signora Marovich i suoi ringraziamenti,2 e quelli della Signora Marianna Zineroni,3 che favorirà di tanto riverire per me in unione a tutti della rispettabile sua famiglia.

Io ero persuasa che mi venisse una sua, composta dei sentimenti del Signor Conte D. Luca, e così è stato. Intanto la ringrazio, e solo dirolle che S. Francesco, da Lei tanto amato, dice: quando un’azione non è ben ricevuta da tutti, non vi mettete in riflessioni. Perciò dimani consegnerò la pregiata sua al buon Pare;4 se lui crederà opportuno, risponderà per me. Io conosco che non ho che miseria, ma lo stesso Sales, parlando della eccellenza dell’obbedienza dice: «non istà ciò in seguir la volontà di un Superiore dolce, piacevole, che comanda piuttosto con preghiera che con autorità, ma nello star sottoposto al giogo di quello ch’è imperioso, rigoroso, e di cattivo umore, il quale mai non si mostra soddisfatto».

S. Teresa poi mi dice: «Avvertiscano i Superiori che, per mezzo delle piccole cose, il demonio va trivellando e facendo buchi, per dove poi entrano le cose molto grandi. Onde la causa, perché stanno i monasteri ed anco le Religioni tanto scadute, si è perché fanno poco conto di cose piccole».


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L’intento principale – la stessa Santa –, per cui si danno gli offici di Superiora, si è perché faccia osservare la Regola.5

Dica pure al Sig. Co. D. Luca che, se per la Cocchetti vi è la Regola di mensilmente scrivere, per ognuna vi è quella di obbedire, perciò io non debbo rendere ragione alla Cocchetti, perché abbia ordinato alla Toniolli di ciò fare,6 aggiungo poi con dolore che, nell’atto ch’erige, distruggerà, se farà come fin qui ha fatto.

Bacio rispettosamente la mano ad ambidue, pregandoli di ottenermi dal buon Gesù tutto ciò che abbisogno, affine di santificare me stessa nell’adempimento dei miei doveri

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia

                    Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il giorno 22 Luglio 1843

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi
Bergamo





1 ASDR, reg. III, p. 64.



2 Per il sonetto: cf. lett. nn. 731, 733, 734.



3 Cf. lett. n. 733.



4 Mons. Balbi.



5 «... le Priore devono persuadersi che furono elette a questa carica non per scegliere alle suddite un cammino di proprio gusto ma per guidarle secondo la Regola e le Costituzioni, malgrado i loro personali desideri e la ripugnanza che ne sentissero»: S. Teresa, Opere. Fondazioni, cap. 18, n. 6, ed., Roma 1985, pp. 1205-1206.



6 Madre Rachele aveva raccomandato alla Toniolli, trasferita da Padova a Cemmo, di scrivere (cf. lett. n. 714). Evidentemente la Toniolli lo riferì alla Cocchetti, che ne parlò con don Luca. Questi poi fece scrivere da don Marco a Madre Rachele.






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