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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Ogni qual volta ricevo sue lettere,
mi sono sempre carissime, anzi mi duole quando mi lascia del tempo digiuna,
tuttavia con sincerità Le dico che le due ultime sue avrebbero contribuito ad
accrescere i miei timori, se non dipendessi intieramente da quel tal Uomo, che
veggo come Dio, e ch’Ella tanto bene conosce.
Ero persuasa che l’ultima mia,2
benché brevissima, le avrebbe fatto poco buon pro, e lo dissi a Monsignore3 nell’atto che stava leggendola, ma egli
sorridendo rispose: Così va bene; parlano i Santi, e non la Rachele.
Sì, le ripeto, caro Padre, ma di
cuore, che altro non desidero su questa terra fuori che la volontà di Dio s’adempisca
in me perfettamente, anzi più volte al giorno dico al buon Gesù
(particolarmente quando si lascia più sentire la povera umanità riguardo al
Padre Fondatore) che mi faccia morire quel momento stesso ch’io avessi a
condiscendere ad un solo pensiero contrario alla sua volontà, perché preferisco
il cessare di vivere, che operare la più piccola cosa, che fosse contro Dio.
La nostra Maria Rosa4 continua a trovarsi maletto, ed abbiamo molti
dubbi sopra l’esito di sua malattia. I medici - 118 -
dicono di allontanarla
presto da Venezia, ma siccome sono stata presa da piccolo assalto di quella
paralisi, che due anni addietro mi visitò,5 così ho dovuto
differire, per sostenere un po’ di bagni a doccia sopra la spina dorsale.
Io mi stavo nella speranza di
lasciare questo esilio e gioivo, quantunque dicessi all’ottimo Monsignore che
S. Paolo esclamava: «Cupio dissolvi et esse cum Christo»,6 ed io invece dico:
Cupio dissolvi et esse in Purgatorio.
Là sono certa di non offendere più il buon Gesù; ciò mi basta. Però sia fatta
la volontà di Dio perfettamente anche per questo: vita o morte, colla stessa
indifferenza, procuro di ricevere.
Favorisca presentarmi doverosa a
tutti della rispettabile sua Famiglia, mentre piena di rispetto le bacio la
sacra mano, pregandola della carità di benedirci
Umilis.ma
Obbl.ma Dev.ma Serva e Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il giorno 12 Agosto 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Marco Passi
Bergamo
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