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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Oh come vanno in questo mondo le
cose! Giunte noi la giornata 17 in Rovigo, visitammo il 18 quel Monsignor
Vescovo.2
Là siamo venute in cognizione degli
arresti fatti l’antecedente giorno in Ferrara, sopra il sospetto che
appartenessero ai congiurati di Bologna, dove erano stati uccisi un tenente
militare, due carabinieri ed un borghese. Sì spiacevoli nuove fecero noi
risolvere di mutar viaggio.
Io non posso certo enumerare le volte
che ho ringraziato il buon Dio, quando intesi da una donna del Lomaso che la
giornata due, o al più il quattro, sarebbero loro passati da Riva.3
Io godevo in riandando alla bontà del
Signore, che procuravami la consolazione di poter a dessi fratelli baciare la
mano, ed ogni cosa disposi, affine di procacciarmi questo contento.
Difatti erano loro assicurati dalla
mia povera Madre4
che la sera del 28 mi sarei presso di essa ritrovata, e pure consapevoli di
ciò, credettero far cosa più buona continuare il viaggio loro, privandomi così
di quel conforto che avrei potuto avere in vedendoli.
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Sia benedetto Iddio! dissi,
quando intesi essere loro partiti, ed avrei goduto, se Maria Rosa5 si fosse a far ciò meco unita, ma per
affliggermi maggiormente Iddio permise che dessa tanto venisse compresa da pena che tutta la notte continuò
a piangere, sempre ripetendo: non avrei mai creduto che D. Luca tenesse un cuor
sì duro e potesse far tanto soffrire.
Padre Alessio mi espose l’invito
lasciatomi da Lei, e di cuore la ringrazio, ma non ho potuto effettuarlo per
due ragioni: la prima, perché mi si scriveva per la seconda volta essere
Monsignor nostro Superiore6
ammalato, perciò necessitava il mio ritorno per gli esami delle Novizie;
l’altra ragione poi era quella ch’io non avevo sufficiente denaro per
continuare sì lungo viaggio.
Ora siamo nell’Istituto, e Maria Rosa
sta benino; anche il mio buon Pare ha migliorato.
Mi lusingo che tutti della
rispettabile sua famiglia staranno bene, per cui ringrazio di cuore il buon
Gesù, che tanto prego di conservarli.
Ella favorisca presentarmi ad ognuno
doverosa, eccitandoli a ricordare al Signore la povera anima mia.
Rispettosa, bacio a Lei ed ai
Reverendi suoi fratelli7
la sacra mano, mentre dommi l’onore di segnarmi
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia
il 7 Settembre 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Marco Passi – Bergamo
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