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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1843. 2 gennaio – 29 dicembre. nn. 678–800.
      • 745
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Oh come vanno in questo mondo le cose! Giunte noi la giornata 17 in Rovigo, visitammo il 18 quel Monsignor Vescovo.2

siamo venute in cognizione degli arresti fatti l’antecedente giorno in Ferrara, sopra il sospetto che appartenessero ai congiurati di Bologna, dove erano stati uccisi un tenente militare, due carabinieri ed un borghese. Sì spiacevoli nuove fecero noi risolvere di mutar viaggio.

Io non posso certo enumerare le volte che ho ringraziato il buon Dio, quando intesi da una donna del Lomaso che la giornata due, o al più il quattro, sarebbero loro passati da Riva.3

Io godevo in riandando alla bontà del Signore, che procuravami la consolazione di poter a dessi fratelli baciare la mano, ed ogni cosa disposi, affine di procacciarmi questo contento.

Difatti erano loro assicurati dalla mia povera Madre4 che la sera del 28 mi sarei presso di essa ritrovata, e pure consapevoli di ciò, credettero far cosa più buona continuare il viaggio loro, privandomi così di quel conforto che avrei potuto avere in vedendoli.


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Sia benedetto Iddio! dissi, quando intesi essere loro partiti, ed avrei goduto, se Maria Rosa5 si fosse a far ciò meco unita, ma per affliggermi maggiormente Iddio permise che dessa tanto venisse compresa da pena che tutta la notte continuò a piangere, sempre ripetendo: non avrei mai creduto che D. Luca tenesse un cuorduro e potesse far tanto soffrire.

Padre Alessio mi espose l’invito lasciatomi da Lei, e di cuore la ringrazio, ma non ho potuto effettuarlo per due ragioni: la prima, perché mi si scriveva per la seconda volta essere Monsignor nostro Superiore6 ammalato, perciò necessitava il mio ritorno per gli esami delle Novizie; l’altra ragione poi era quella ch’io non avevo sufficiente denaro per continuare sì lungo viaggio.

Ora siamo nell’Istituto, e Maria Rosa sta benino; anche il mio buon Pare ha migliorato.

Mi lusingo che tutti della rispettabile sua famiglia staranno bene, per cui ringrazio di cuore il buon Gesù, che tanto prego di conservarli.

Ella favorisca presentarmi ad ognuno doverosa, eccitandoli a ricordare al Signore la povera anima mia.

Rispettosa, bacio a Lei ed ai Reverendi suoi fratelli7 la sacra mano, mentre dommi l’onore di segnarmi

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia

                    Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di S. DoroteaVenezia il 7 Settembre 1843

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco PassiBergamo




1 ASDR, reg. III, pp. 68-69.



2 Bernardo Squarcina.



3 Con la lettera del 26-7-1843 (ASDR), don Luca aveva comunicato all’arciprete don Giovanni Antonio Cattarozzi, decano di Lomaso, che avrebbe cominciato nel pomeriggio del 18 agosto la predicazione degli esercizi spirituali in quella parrocchia.



4 Domenica.



5 Sanfermo.



6 Balbi.



7 Don Luca e don Giuseppe.






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