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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Sig. Priore,1
L’uomo propone, ma Dio dispone! Il
giorno 17 agosto decorso, fui a Rovigo ed avevo già fatto vidimare il passaporto
per Ferrara, indi Bologna, quando, prima di assentarmi dalla nominata città mi
presentai il giorno 18 a quel Monsignor Vescovo,2 affine di
consegnargli una lettera dell’ottimo nostro Superiore,3
che tanto la riverisce.
Colà intesi gli arresti, ch’erano
stati fatti l’antecedente dì nella città di Ferrara, nonché le uccisioni
accadute in Bologna, e siccome la causa principale del nostro viaggio era di
procurar salute a Maria Rosa,4 che contavo di accompagnare alla Santa Casa di
Loreto, così fummo consigliate di abbandonare in quel momento il nostro
progetto, attendendo altro tempo per effettuarlo, e viaggiammo invece per 18
giorni nel Tirolo, con buon effetto, cioè con miglioramento di salute in Maria
Rosa.
Oh! come godeva il mio cuore qualche
momento in pensando la sorpresa sua e della cara di Lei famiglia, quando ci
avessero vedute, ma sì dolce piacere amareggiato un poco veniva dal riflesso di
aver a lasciar sentire i miei giusti lamenti riguardo la trascuratezza di scrivere
delle Suore.5
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Non mi fa meraviglia
l’allontanarsi della Rita,6 perché l’avevo predetto fino dal primo momento
che la vidi. Quante volte benedirei l’amabilissimo Gesù, se meno pronta fossi a
scorgere il futuro, ma io spero che la stessa luce, la quale serve a molto
farmi soffrire, vorrà Dio, ch’è così buono, riceverla, benché oscurata dalla
mia miseria, com’io gliela offro a sacrificio.
La ringrazio infinitamente, pel
fervore cui conosco Ella opera in vantaggio del povero Istituto delle Suore
Dorotee. Io non so abbastanza esternarmi, per mostrarle di quanta gratitudine
sia compreso il mio cuore.
Per quest’anno, ho perduto la
speranza di costì venire, perciò la prego procurarmi la consolazione di qui
portarsi Ella coll’amatissimo suo fratello Sig. Arciprete.7
Quella volta, sì, prenderò in mano il calepino per munirmi dei termini
convenienti alla sua carità. Non vi sono che pochi passi di acqua, e col vapore
si va benissimo.
Favorisca riverirmi tutti della
pregiatissima sua famiglia ed al Sig. Monteventi8 ricordi quanto mi ha promesso, cioè
di rivedermi. Si consoli, adunque, che non avendomi l’amantissimo Gesù
conceduto l’accesso in cotesta città il decorso mese, può tenersi certo d’avere
a vivere.
Non le spiaccia riverirmi anche le
R.de Madri degli Angeli,9 e procurino tutte
di conservarsi bene.
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Rispettosa, Le bacio la
sacra mano, mentre mi segno piena di estimazione per la Signoria
V.ra R.da
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Serva
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il giorno 13 Settembre 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto Reverendo Sig. D. Giuseppe Gio. Monari
Bologna
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