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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1843. 2 gennaio – 29 dicembre. nn. 678–800.
      • 756
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756

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Egli è ben giusto che procuri alla Paternità Vostra la consolazione di sapere che nella elezione delle cariche non fuvvi una parola; io sola, per effetto di quella miseria di cui sono piena, in stanza ho sfogato con Gesù alla presenza del mio buon Pare2 il mio cuore con pianto, e ciò per solo timore che, caricandomi dell’ufficio di Superiora, potessi offendere quell’infinita Carità ed essere d’inciampo, colla mia poca virtù, alle altre. Perciò prego la di Lei carità non iscordarsi di pregarmi quanto abbisogno.

Tutte sono imparadisate, ma particolarmente quella poverina, ch’era tanto combattuta.

Rinnovo la mia promessa che, quantunque indegnissima, pregherolle con questa Comunità il necessario, acciò divenga un gran santo.


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Questa è la mercede che voglio gli dia Iddio, per aver con tanto cuore affaticato in nostro vantaggio.3

Mi riverisca, la prego, il Reverendo Padre Girolamo4 e quel buon fratello, che aveva in compagnia questa mattina; dicagli che mi raccomandi molto al Signore. Gli chiedo poi perdono se, colla mia forse troppa schiettezza, lo avessi in qualche modo formalizzato.

Mi saluti la Cattina, e piena di rispetto e divozione mi segno

                                della Paternità Vostra Reverendissima

Umilissima Dev.ma Obbl.ma Serva

                               Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il 29 7bre 1843

 

Al Molto Reverendo

Padre Antonio da Venezia





1 ASDR, reg. III, pp. 74-75. Antonio da Venezia, al secolo Gaspare Melchiorre Baldassarre Tornielli; nato il 5-6-1809 dal conte Francesco e dalla nobile Giovanna Adami, vestì l’abito religioso il 5-9-1829 a Bassano del Grappa. Fu un valente oratore sacro. Nel 1836 assistette i malati di colera a Castelletto del Garda, e nel 1847 i malati di vaiolo. Dal 1846 al 1848 fu superiore dei cappuccini addetti all’assistenza dei malati nell’Ospedale civile di Venezia. Amico dei patriotti veneziani, specialmente di Daniele Manin e di Nicolò Tommaseo, partecipò alla rivolta di Venezia contro l’Austria (1848-1849), e fu eletto deputato all’assemblea repubblicana della sua città. Tornati gli Austriaci nell’agosto del 1849, fu esiliato, e si recò missionario nell’isola di Cefalonia. Ritornato (1866) in Italia, si ritirò prima presso la sua famiglia e poi presso i Cappuccini di Torino, ove morì il 29-3-1891: cf. ACPCM.



2 Mons. Balbi: cf. lett. nn. 757, 758.



3 Aveva predicato gli esercizi spirituali alla comunità: cf. lett. n. 755.



4 Al secolo Francesco Pavero. Nacque a Venezia il 17-8-1783; il 23-11-1803 entrò nell’Ordine dei Cappuccini. Dopo la soppressione napoleonica, l’Ordine si ricostituì nel Veneto e il Pavero vi rientrò. Per vari anni si prodigò nell’assistenza spirituale nell’ospedale civico di Venezia e nella casa di ricovero. Esercitò il ministero della confessione nella parrocchia di S. Eufemia nell’isola della Giudecca, dove si trovava il convento del SS. Redentore dei Cappuccini. Morì a Venezia il 18-7-1853: cf. «Necrologio», ms., p.354, ACPCM.






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