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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Dalla carissima sua, segnata il 24 corrente,
scorgo ch’Ella non istà bene, perciò prego di cuore il buon Gesù a volerle
donare perfetta salute, affinché impiegare si possa in vantaggio delle anime.
Infinitamente la ringrazio della
preghiera inviata a Dio per la mia salute corporale. Io più di tutto la
supplico volermi ottenere quelle grazie che abbisogno spirituali, onde non
abbia da succedere quello abbiamo nel Santo Vangelo, cioè caricandosi il cieco
d’un altro cieco, cadranno tutti e due nella fossa.2
Mi faccio dovere di significarle che
ieri, giornata 29, dedicata al trionfatore S. Michele Arcangelo, abbiamo, per
misericordia di Dio, rinnovato i Santi Voti.
Non pochi furono i combattimenti,
prima di venire alla tranquillità.3 Quanta provasse pena il mio cuore per l’ottimo Monsignore,
Dio lo sa!
Varie sentivansi contrarie a
rinnovarli, perché una vita più penitente desideravano. La Ziller stette forte fino ad esser deciso si
dovesse metterla nella stanza fuori dell’Istituto, per istabilire poi cosa si
sarebbe di lei fatto.
Il momento per la stessa di grazia
era quello dell’allontanarsi; giunta quasi alla porta, ha sentito una voce
interna, che la scosse. Ritornata presso il Superiore, ha pregato di essere
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accettata, promettendo di condurre in avvenire una vita più conforme
alle Regole nostre.
Fin qui dissi poco, ma delle altre.
Di me stessa pure dirolle ch’ero fermissima di lasciar l’Istituto, piuttosto
che caricarmi del grave da me abbastanza portato peso di Superiora; che non
feci di sgarbatezze al povero mio Pare,4 non lo so, giunsi fino a rimproverarlo del modo
cui esercitava per noi la carità; ma tutto mi è riuscito vano. Ho dovuto
piegare il collo e lasciarmi caricare, benché – lo ripeto – contro la mia
volontà, e quantunque mi sforzi per mostrarmi contenta, credo mi si vedrà la
rassegnazione, ma niente più. La mia salute trovasi molto sconcertata, ma sono
in piedi.
Ella conosca da ciò, se abbisogno di
preghiere; non mi scordi, per amore di Dio.
Bacio la mano a Lei ed ai
R.di suoi fratelli.5 Le nostre ragazze si lagnano, perché il Padre
Tornielli (che ha fatto così bene)
non ha parlato a loro, perciò pregano la sua carità che, venendo in dicembre,
voglia farle un qualche discorsetto.
Sua Eminenza, che il giorno 28 ho
visitato, mi chiese con premura di Lei e del Sig. Conte D. Marco, e
raccomandommi di riverirli tanto.
Pregola presentarmi doverosa con
tutti della sua nobile famiglia, mentre mi segno rispettosamente
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia
il 30 7bre 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Luca Passi – Bergamo
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