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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1843. 2 gennaio – 29 dicembre. nn. 678–800.
      • 758
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Dalla carissima sua, segnata il 24 corrente, scorgo ch’Ella non istà bene, perciò prego di cuore il buon Gesù a volerle donare perfetta salute, affinché impiegare si possa in vantaggio delle anime.

Infinitamente la ringrazio della preghiera inviata a Dio per la mia salute corporale. Io più di tutto la supplico volermi ottenere quelle grazie che abbisogno spirituali, onde non abbia da succedere quello abbiamo nel Santo Vangelo, cioè caricandosi il cieco d’un altro cieco, cadranno tutti e due nella fossa.2

Mi faccio dovere di significarle che ieri, giornata 29, dedicata al trionfatore S. Michele Arcangelo, abbiamo, per misericordia di Dio, rinnovato i Santi Voti.

Non pochi furono i combattimenti, prima di venire alla tranquillità.3 Quanta provasse pena il mio cuore per l’ottimo Monsignore, Dio lo sa!

Varie sentivansi contrarie a rinnovarli, perché una vita più penitente desideravano. La Ziller stette forte fino ad esser deciso si dovesse metterla nella stanza fuori dell’Istituto, per istabilire poi cosa si sarebbe di lei fatto.

Il momento per la stessa di grazia era quello dell’allontanarsi; giunta quasi alla porta, ha sentito una voce interna, che la scosse. Ritornata presso il Superiore, ha pregato di essere


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accettata, promettendo di condurre in avvenire una vita più conforme alle Regole nostre.

Fin qui dissi poco, ma delle altre. Di me stessa pure dirolle ch’ero fermissima di lasciar l’Istituto, piuttosto che caricarmi del grave da me abbastanza portato peso di Superiora; che non feci di sgarbatezze al povero mio Pare,4 non lo so, giunsi fino a rimproverarlo del modo cui esercitava per noi la carità; ma tutto mi è riuscito vano. Ho dovuto piegare il collo e lasciarmi caricare, benché – lo ripeto – contro la mia volontà, e quantunque mi sforzi per mostrarmi contenta, credo mi si vedrà la rassegnazione, ma niente più. La mia salute trovasi molto sconcertata, ma sono in piedi.

Ella conosca da ciò, se abbisogno di preghiere; non mi scordi, per amore di Dio.

Bacio la mano a Lei ed ai R.di suoi fratelli.5 Le nostre ragazze si lagnano, perché il Padre Tornielli (che ha fatto così bene) non ha parlato a loro, perciò pregano la sua carità che, venendo in dicembre, voglia farle un qualche discorsetto.

Sua Eminenza, che il giorno 28 ho visitato, mi chiese con premura di Lei e del Sig. Conte D. Marco, e raccomandommi di riverirli tanto.

Pregola presentarmi doverosa con tutti della sua nobile famiglia, mentre mi segno rispettosamente

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di S. DoroteaVenezia il 30 7bre 1843

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca PassiBergamo




1 ASDR, reg. III, pp. 75-76.



2 Cf. Lc. 6, 39.



3 Cf. lett. nn. 756, 757.



4 Mons. Balbi.



5 Don Marco e don Giuseppe.






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