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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Mi ha consolato moltissimo
l’intendere che il nostro buon Dio Le abbia ispirato un rimedio efficace;
questo è anche dolce nella sua natura, perciò di nulla manca.
Oh potesse la Superiora ottenere la dimissione
dell’ufficio; quella volta sì che le peserebbero meno le infiammazioni, di cui
abitualmente va soggetta!
Sono belle quelle riflessioni,
ch’Ella fa nella sua lettera, ma, che vuole, per essere pazzi basta l’aver
fissato sopra una cosa qualunque, per cui fino non si tocca quel cantino,
parlerà saggiamente la persona, ma, se anche inavvertentemente in quello si
urta, non vi sono più ragioni.
Questo è pure della povera Rachele il
suo stato; dessa nulla ha lasciato, per mostrare ciò, ma tutto riuscille
inutile; perciò, come attaccata da questa mania, porta scolpita nel profondo
del cuore la tristezza, benché procuri mostrare diversamente nell’esterno, anzi
aggiunge un’altra confessione, acciò Le ottenga dal buon Gesù quella fortezza
che le abbisogna.
Quando si avvicina per essa l’ora di
ristorarsi col riposo, soffre terribilmente nel corpo e nell’anima, continuando
molte volte fino sull’alba; poi prende un poco di sonno, benché agitato, e
nello svegliarsi, come un colpo sente nel cuore, che le ricorda i pesi di cui è
aggravata.
Questo è ciò avviene alla misera
continuamente, quantunque - 164 -
asserisca non aver lingua per benedire
Iddio, che tante piovegli benedizioni.
Anche delle fanciulle in educazione
si trova contentissima, perché, poverine, sono proprio buone, anzi ringraziano
la Signoria Vostra per la promessa.
La prego presentarmi doverosa ai
R.di suoi fratelli,2 e piena di rispetto bacio la sacra mano a Lei
ed al R.do Sig. Co. D. Marco, pregandoli della carità di
benedirci
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il giorno 11 8bre 1843
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Luca
Bergamo
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