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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

Mia Cara,¹

Prima d’ora, mi sarei fatta dovere di riscontrare la gentilissima sua, ma piacque al buon Gesù tenermi un poco a Lui più unita, per mezzo dei dolori di capo e di occhi, così non erami permesso di occuparmi nello scrivere.

Sia Egli benedetto! Presentemente sto meglio, tuttavia libera non sono dai malori, ed io mi godo, perché, per la mia delicatezza, non saprei procurarmi patimenti; così mi vengono dalla sua benefica mano, con tanto mio vantaggio: dico, con tanto mio vantaggio.

Con questo riflesso, Ella conosce la vivezza del mio carattere ed il nulla temere, quando si tratta di ciò che mi si presenta utile alla gloria di Dio.

Chi sa che questo mio coraggio non rovinasse nella robustezza l’opera di Dio, ponendovi forse qualche cosa del mio, dove per mezzo delle sofferenze, sono più facilmente portata alla cognizione della mia miseria, ed alla vista di quella bontà infinita, che mi tollera, mi confondo, per cui sono necessariamente attratta di chiedere quanto mi abbisogna, per non inciampare nella salita che debbo fare, affine di giungere alla meta da me prefissa.

Ella, mia buona Nenne, non si scordi della povera mia anima, e procuri alla sua quella santa libertà di cui abbisogna. Sì, la mia cara, Ella onorerà più Dio, quando con più confidenza si abbandonerà nelle sue braccia. Oh! siamo pur

senza senno, confessiamolo, quando ci abbandoniamo alla tristezza per qualche evento. Che possiamo mai far noi, se Dio non ci aiuta?

Si stringa, mia cara alla Croce, non cercando altro che di essere crocefissa, e quanto più viene sopra quella conficcata, ringrazi il buon Gesù.

La ringrazio, mia cara, dei crocefissi e del libretto. Favorisca ringraziare per me il suo Direttore.

Mi saluti pure le Suore, nonché quelle persone che ho il piacere di conoscere, raccomandando a tutti la povera mia anima

                                                               di Lei
                                   Affezionatissima in G.C.

                                     Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il giorno 5 xbre 1843

Alla Stimatissima Signora

La Signora Elena Bassi

Padova