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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Dilettissima,1
Io spero che saravvi giunta una lettera,
scritta dalla nuova Madre Maestra,2 tosto che spediste la vostra, segnata nella
giornata 20 9bre. Io stessa mi sarei procurata il piacere di personalmente
scrivervi, ma ero obbligata in letto, per forte dolore di capo e di occhi.
No, non vi lasciate, mia cara,
trasportare dal timore di aver mancato, se non vedete mie lettere; attribuitelo
proprio a mia impotenza, che così è. Voi dovete conoscermi chiaramente, perciò
non vi è dubbio che scriva una parola, se questa non mi parte dal cuore, che
parla il linguaggio della verità.
Ah, ci si presenterà ben occasione di
pena, senza che ce ne procuriamo d’immaginarie! Facciamo adunque di soffrire
con pazienza e, per quanto è possibile a noi, con allegrezza, quelle che ci
vengono. Così piaceremo più a Dio, che non mancherà donarci la necessaria
fortezza, se gliela chiederemo.
Fate di avvezzare anche le vostre
figlie a quest’indifferenza, ed allora cresceranno certamente nel santo amore
di Dio, il quale dev’essere la nostra guida.
Mi assicuro che procureranno in
questo santo tempo di apparecchiare il loro cuore, affine di meno indegnamente
presentarlo alla culla dell’amabilissimo Gesù, nelle prossime Sante Feste
Natalizie.
Godo che la Toniolli conosca la sua
miseria. Ditele pure che noi saremo sempre incapaci di operare il più piccolo
bene - 203 -
da noi stesse, ma coll’aiuto di Dio possiamo tutto. Perciò
procuri con ogni diligenza impiegar bene quel talento, ch’Egli per sua bontà le
ha donato, ed essendo misericordioso glielo aumenterà, se faralle bisogno.
Quello, che ad ognuna di voi mi
raccomando, si è di operare con rettitudine d’intenzione; le azioni, che
saranno fatte per amore di Dio e colla sua presenza, non avranno che buon
esito. Raccomandate questo anche alla Serafina3
ed a tutte le vostre alunne.
Dio non ha bisogno di noi, ma gode
poterci glorificare; questo, io credo, sia il motivo che lo indusse ad
eleggerci a sue spose, a preferenza di tante altre.
Di giorno in giorno attendo la
Laffranchi, come mi diceste,
coll’Annì.4 Pregate, mie dilettissime, affine corrispondano
alla loro vocazione.
Il Conte Marco desiderava di
scrivervi da qui, ma è stato troppo poco per effettuarlo. Desso è andato col
Padre Fondatore a dare i Santi Esercizi a Bassano. Nel suo ritorno io lo
ecciterò ad eseguire la sua intenzione.
Presentatemi, carissima, doverosa con
tutti quei R.di Sacerdoti che ho conosciuti, ed anche col
Signor Dottor e sua famiglia. Tanti
saluti alle Suore, nonché alle fanciulle, pregando tutti della carità di ricordare
al Signore la povera anima mia
la Vostra
Aff.ma in G. C. Madre
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea – Venezia
il giorno 15 xbre 1843
Alla Stimatissima Signora Annunciata Cocchetti –
Cemmo
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