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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Mia Carissima,1
Più volte ho avuto desiderio di
scriverle, ma sono stata sempre impedita da qualche ragionevole motivo; adesso
che mi è dato di farlo, eccomi con Lei, per chiederle come sta di salute.
Inoltre bramo sapere come ha trattato le malinconie, che sarannosi a Lei
presentate.
Io godrei sentirmi rispondere ch’Ella
non le ha guardate, ma superate con cristiana rassegnazione. Sì, la mia cara, fintantoché vivremo
quaggiù, dovremo sempre combattere, perciò è necessario tenersi continuamente
apparecchiati come dice lo Spirito Santo nell’Ecclesiastico, acciò non cadiamo
nella tristezza.
Ei ci dà l’avvertimento che nel
giorno della tribolazione ricordiamo il dì dell’abbondanza, per non cader
nell’oppressione. Inoltre c’insegna che nel dì dell’abbondanza, ossia della
consolazione, ci ricordiamo dei giorni tristi, affine di non lasciarci
trasportare da una vana contentezza, ma siccome, fintantoché vivremo in questa
valle di miserie, ci sarà d’uopo combattere, così dobbiamo pregare, onde
ottenere i soccorsi celesti, per trionfare del nemico.2
Tengasi, la prego, presenti anche i
miei bisogni, e m’impetri dal buon Gesù le grazie, che mi sono necessarie, per
adempiere meno imperfettamente sia possibile il penoso mio ufficio.
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Sentirò molto volentieri
come stanno la sua mamma e la buona Giulietta. Io la prego di riverirmele
tanto. Così mi ricordi alla Signora Fraila Riccabona ed a quella buona giovane,
che aveva in compagnia quando mi ha regalata di sua visita. Dica loro ch’io le
prego non lasciar passar occasione, ma glorificare Iddio sempre.
Spero ch’essa avrà ricevuto quei
libri, che a lei ho promessi.
Lascio, mia cara, eccitandola di
raccomandare a tutte la povera mia anima.
Ogni benedizione scenda sopra Lei e
tutte le persone, che ho nominate, nelle prossime Sante Feste
di
Lei
Aff.ma
in G.C. Sorella
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il giorno 15 xbre 1843
Alla Stimatissima Signora
La Sig.ra Teresa Rocchetti
Cavalese
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