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7. Zelo per la Pia Opera di S. Dorotea.
Don Luca aveva voluto la fondazione
della casa a Venezia, per sostenere lo sviluppo della Pia Opera.
Il 14 agosto 1838, pochi giorni dopo
l’arrivo a Venezia, Madre Rachele ebbe il primo contatto con la Pia Opera della
parrocchia di S. Nicola da Tolentino.
Presente don Luca, mons. Balbi
spiegò alle sorvegliatrici ed assistenti che il nuovo Istituto, sorto per
ispirazione divina, avrebbe preso cura delle fanciulle in pericolo e promosso
la Pia Opera.96
Però le ex Figlie dell’Addolorata,
istituite «per altro scopo»,97 non erano preparate – ad eccezione della
Sanfermo – al nuovo compito.98
Don Luca avrebbe voluto che
l’assistenza alla Pia Opera - 141 -
fosse subito estesa a parecchie parrocchie,
ma Madre Rachele non lo ritenne ancora possibile, per mancanza di soggetti
idonei. L’11 settembre del 1838 confidò alla Olivieri: «Mi raccomanda [don Luca] che per la venuta di Sua Maestà
l’Imperatrice faccia il possibile di avere assunte varie Parrocchie, ma io
faccio il conto di rispondergli che non mi sento di espormi a fare delle
figure; come posso caricarmi di Parrocchie, se gli individui, che assistere
devono, non sono atti?».99
Con saggezza, preferì procedere
gradatamente. Nel marzo del 1839, scrisse alla Marini di Brescia: «Siamo in poche atte allo scopo
dell’Istituto, e per questo conviene tenersi al poco».100
Iniziò l’attività nella parrocchia di S.
Nicola da Tolentino, ove era la casa delle Dorotee; la estese poi a quelle di
S. Marco, di S. Pantaleone, di S. Cassiano, dei Carmini, dei SS. Apostoli, dei
SS. Maria e Donato in Murano.101
Il 12 ottobre del 1838 presentò al
patriarca il quadro delle parrocchie, nelle quali era impegnata per la Pia
Opera. Essa, per la brevità del tempo, non era ancora ben ordinata, ma Madre
Rachele si diceva contenta, «perché
così si aprì la strada per operare, attesoché l’agricoltore non può coltivare
la vigna, se prima non ha piantato la vite»;
ed assicurò il patriarca: «Non
guarderemo né a fatica, né a dicerie, ma confortate dall’esempio di Gesù Cristo
che attese con tanta pazienza la Samaritana per farla sua apostola, benché gli
stessi suoi Discepoli di lui mormorassero, così noi, colla grazia - 142 -
del
Signore, ci terremo forti come la Cananea che vinse lo stesso Gesù».102
Riponeva la sua fiducia nel Signore,
che assiste in modo speciale i suoi apostoli, ed esclama: «Confortami anche il ricordare che tanto
ponno tre operai che dieci, quando la mano del Signore li sostenta».
Era convinta che i contrasti e le
lotte distinguono le opere del Signore, le quali hanno «sempre difficilissimo il loro principio, progresso più facile e
fine felicissimo».103 Dinanzi all’incomprensione e al rifiuto di
qualche parroco, non si perdeva di animo, ma adorava le disposizioni divine, «che sempre sono giuste», e ringraziava il Signore.104
In qualche parrocchia, per potervi
più facilmente ordinare la Pia Opera, cominciò l’assistenza all’oratorio nei
giorni festivi e il catechismo.105
Quanto la Pia Opera stesse a cuore a
Madre Rachele appare dalle sue lettere, con le quali incitava e sosteneva le
persone in essa impegnate.106
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