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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Mia Dilettissima,1 Eccomi tutta gobbetta2 impugnare la penna, per trattenermi un poco con voi. Sì, furono forti quei dolori, che ho sentiti negli ultimi giorni del decorso anno, e così nei primi di questo; ma che volete, mia cara, io non saprò mai abbastanza ringraziare il buon Gesù, che con tutta sua bontà mi predilige. Senza dubbio sonomi questi, spero, utilissimi, mentre null’avvi del mio, perciò lieta li soffro colla certezza di adempire l’amabilissima volontà. Ora sono essi molto più miti, per cui posso agire, nonché soddisfare, almeno nella qualità, quanto comanda la S.ta Chiesa. Riguardo alla domanda che faceste per la Cristina,3 statevi quieta, perché credo lo abbiate fatto solamente per operare come conviene, cioè colla volontà dei Superiori per adempire la volontà di Dio. Salutatemi tanto le Suore, nonché le vostre discepole. Quando l’Annì4 voglia venire, bisognerà che procuri farlo presto, mentre non è tanto giovinetta da lasciar passar tempo. Bisognerà, con quell’occasione, che mandiate alla Laffranchi,5 la quale vi saluta, la sua biancheria, essendo necessaria per la stessa. Noi abbiamo avuto l’Esposizione del Santissimo per 44 ore, gli ultimi giorni di carnevale. Ci siamo ricordate anche di cotesta Casa. Dio sempre più la benedica ed accresca le Suore nel santo suo amore. Fate, vi prego, tanti doveri coi Molto R.di Sacerdoti, che ho avuto il bene di conoscere, particolarmente col Signor Parroco,6 che per me ringrazierete della bella funzione fatta il giorno di S.ta Dorotea. Noi pure ebbimo nella nostra chiesetta 26 Messe colla cantata, indi discorso in onore della Santa; dopo pranzo Vespro ed Esposizione del Venerabile. Ricordatemi anche ai Sig.ri Ricci e, se avete l’opportunità, colla vostra famiglia. Come sta la cara vostra Sorella?7 Spero meglio, ma chi sa! Addio mia cara la Vostra Affezionatissima in G.C. Sorella e Madre
Dall’Istituto di S.ta Dorotea – Venezia li 22 Febbraio 1844
Alla Stimatissima Signora La Signora Annunciata Cocchetti
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1 ASDR, reg. III, pp. 111-112. 2 La malattia, che l’aveva colpita alla fine del 1843, costringendola a letto per oltre 40 giorni, le lasciò forti dolori alla schiena, per i quali nel mese di febbraio camminava incurvata: cf. lett. nn. 812, 815, 817, 821, 823. 3 Toniolli. 4 Tosi: cf. lett. nn. 787, 871, 897. 5 Maria Giacomina. 6 Don Gregorio Valgoglio. 7 Giuseppina Vincenza, nata a Brescia il 10-9-1796. Dopo la morte dei genitori, fu accolta dallo zio Carlo Antonio Cocchetti, medico primario a Milano, nominato tutore degli orfanelli. Il 28-2-1835, sposò il nobile Gian Battista Onofri, dal quale ebbe un figlio, Girolamo, che divenne sacerdote. Morì a Brescia il 2-6-1844. |
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