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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Mio buon Pare,1
Faccio proprio un atto contrario alla
mia volontà per obbedire, scrivendole quanto segue.
Accostatami questa mattina all’altare,
secondo Ella mi ha comandato, veggo appressarsi pure la portatrice di questa.
Tosto mi si sono presentate le sue mancanze, per cui non ho potuto scusare
l’intenzione, mentre da me avvertita che io lasciavo la S. Comunione, domenica
e lunedì, attesa la pena sentita nella disobbedienza da lei commessa, come per
l’aria misteriosa tenuta, quando è stata da me chiamata.2
Perciò prego la di Lei carità
permettermi lasciare, questi giorni, la S.ta Comunione, per
compensare in qualche modo Dio, per la poca delicatezza della stessa, come per
non aver fatto il conveniente ringraziamento, mentre continuavo nella mia mente
a lavorare quasi meravigliata che un’anima sacrata particolarmente a Dio, la
quale tiene assoluto dovere d’ascendere alla perfezione, possa con cognizione
mancare alla volontà dei suoi Superiori, ed accostarsi poscia senza
riconciliarsi al Sacro Altare; cosa veramente che dammi grande afflizione.
Sono ben persuasa che a medicina ci
vien dato questo grande Sacramento, ma i veleni pure vengono usati e, se di
questi si abusa, invece di riceverne vantaggio, si trarrà la morte.
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Io tengo presenti le parole
di G.C.: riceverà vita colui che s’accosta ben disposto;
riceverà la sua condanna colui che è in peccato.3
Dunque io penso così, e non dirò mai
contrario, quando non muti Dio il sentimento; per le cadute della nostra
miseria, le quali mai ci lasceranno finché viviamo quaggiù, sarà utilissima la
frequente Comunione. Ma, oh Dio! purtroppo veggo credono i vostri Ministri
utile cosa permetterla, ed intanto quale ne si vede frutto.
Rispettosa, Le bacio la sacra mano e
la prego benedirmi
Umilissima
Obbligatissima Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea
Venezia li 5 Marzo 1844
A Monsignore Reverendissimo
Il Reverendissimo Monsignore C. Roberto Balbi
Cavaliere della Corona Ferrea, ecc.
S.P. Mani
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